Gioventù perduta (Pietro Germi, 1947)
Gioventù perduta
di Pietro Germi – Italia 1947
con Jacques Sernas, Carla Del Poggio, Massimo Girotti
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Visto in divx.
Il ventenne Stefano (Jacques Sernas), ragazzo-bene figlio di un professore universitario, è segretamente il capo di una banda di giovanissimi rapinatori. A indagare su di lui c'è Marcello (Massimo Girotti), poliziotto "proletario" in incognito che si finge studente e che si innamora della sorella di Stefano, Luisa (Carla Del Poggio). Il secondo film di Germi (sceneggiato, fra gli altri, da Mario Monicelli e Antonio Pietrangeli) è un noir/poliziesco con tutti i crismi del genere, ma con il valore aggiunto dell'ambientazione nel dopoguerra italiano, quando una serie di fatti di cronaca (alcuni dei quali citati nella pellicola, quando il padre di Stefano tiene la sua lezione in classe) avevano attirato l'attenzione sulla nuova delinquenza giovanile, un fenomeno di cui il cinema italiano di quegli anni si occupò a più riprese (basti pensare a "I vinti" di Antonioni). Le esperienze della dittatura fascista e poi della guerra, è la tesi, hanno portato da un lato a un decadimento dei valori morali e dall'altro a un senso di insoddisfazione che, in persone ambiziose come il protagonista, non può che sfociare nel crimine. "C'è nei giovani d'oggi uno strano miscuglio di pessimismo e di cinismo che mi spaventa", commenta il professore. Stilisticamente il film occhieggia alle pellicole americane e si rivela solido e realistico, pur nei confini del genere, con personaggi ben caratterizzati e una forte attenzione al contesto sociale e generazionale, anche attraverso piccoli particolari come oggetti (l'accendino, le cravatte, le sigarette: Stefano fuma sigarette Camel, cioè costose, mentre il poliziotto si "accontenta" delle Nazionali), scenari (l'ufficio del detective che si affaccia sul Colosseo; le sponde del fiume Aniene dove Stefano uccide l'amica d'infanzia Maria (Franca Maresa), che avrebbe potuto denunciarlo) e dettagli (i due bambini piccoli che giocano con pistole e fucili). La censura fece rimuovere alcune scene ritenute troppo violente (come la rapina all'università, che infatti non viene mostrata): in ogni caso, il riscontro del pubblico e le critiche furono eccellenti (il film vinse il Nastro d'Argento). Diana Borghese è Stella, la cantante di cabaret corteggiata da Stefano.
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