15 febbraio 2018

Ender's game (Gavin Hood, 2013)

Ender's Game (id.)
di Gavin Hood – USA 2013
con Asa Butterfield, Harrison Ford
***

Visto in TV.

In un futuro non precisato, il giovane Ender Wiggin (Butterfield) è uno dei tanti bambini che vengono addestrati per combattere contro i Formic, una razza di extraterrestri insettoidi che cinquant'anni prima avevano attaccato la Terra e quasi sterminato l'umanità, salvatasi solamente per l'azione eroica del "leggendario" comandante Mazer Rackham (Ben Kingsley). Agli ordini del colonnello Graff (Harrison Ford), i ragazzini – scelti per le loro menti agili, perché abituate ai videogiochi – sono sottoposti a una serie di prove sempre più competitive: e ben presto risulta evidente che proprio Ender è un leader naturale e un perfetto statega, destinato a diventare il comandante che guiderà l'intera flotta terrestre nella battaglia decisiva contro gli alieni. Quasi tutta la pellicola è incentrata sull'addestramento e sulla crescita del protagonista, un personaggio eccezionale e fuori dagli schemi, geniale ma introverso, ribelle (quanto basta) verso l'autorità ma dotato del carisma necessario per farsi seguire dai suoi compagni. E il film sfugge le trappole della retorica bellica per affrontare molti temi degni di nota: la disumanità e l'irrealtà della guerra, che si confonde con gli scenari virtuali dei videogames; i videogiochi stessi, così come altri giochi di strategia, usati come metodi di addestramento per forgiare le abilità di comando, l'elaborazione delle strategie e la capacità di lavorare in team; la giovane età dei bambini mandati in guerra, resa accettabile soltanto facendo loro credere che si tratta solamente di un gioco. Ma dopo tante simulazioni, come si comporteranno di fronte alla realtà? Dal romanzo "Il gioco di Ender" di Orson Scott Card (uno dei capisaldi della letteratura fantascientifica degli anni ottanta), un film che prometteva di essere un action movie fracassone come molti altri, ma che alla resa dei conti si è rivelato assai meno stupido e molto più interessante del previsto, oltre che focalizzato e coerente: peccato solo che a dirigerlo non ci fosse un regista di maggior spessore (ma Hood, quanto meno, se la cava bene con la sceneggiatura, nel difficile compito di adattare e "semplificare" il testo originale di Card). "Quando capisco davvero il mio avversario, abbastanza profondamente da poterlo battere, in quel preciso momento comincio ad amarlo", è la frase chiave, citata anche in apertura. Asa Butterfield convince nei panni del protagonista e forse ha un futuro come attore (il che non può essere garantito, invece, per gli altri interpreti bambini). Viola Davis è la psicologa dell'esercito, Abigail Breslin la sorella (e riferimento emozionale) di Ender.

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