1 novembre 2017

Rapsodia satanica (Nino Oxilia, 1917)

Rapsodia satanica
di Nino Oxilia – Italia 1917
con Lyda Borelli, Ugo Bazzini
**1/2

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La ricca e anziana Alba d'Oltrevita (Lyda Borelli) stringe un patto con il diavolo (Ugo Bazzini) per riacquistare la giovinezza, promettendo in cambio di rinunciare per sempre alle lusinghe dell'amore. Naturalmente il destino vorrà diversamente. Ispirato – anche esplicitamente – al "Faust" di Goethe, di cui è una rilettura al femminile, questo fondamentale film muto è opera di Nino Oxilia, scrittore e poeta crepuscolare, nonché uno dei pionieri del cinema italiano, che morì quello stesso anno durante la prima guerra mondiale. Sceneggiato da Alberto Fassini ("Alfa"), che era il direttore generale della casa di produzione Cines, a partire da un poema di Fausto Maria Martini, il film è colorato a mano sulla pellicola ed è diviso in un prologo di un rullo (che mostra il patto con Mefisto) e due parti di due rulli ciascuna: la prima mette in scena la spensierata inebriatezza di Alba, fra feste, giochi e danze, in cui fa innamorare di sé i due fratelli Sergio e Tristano (Giovanni Cini e Andrea Habay), con il primo, vedendosi non ricambiato, che sceglierà di uccidersi; la seconda, il punto più alto del film, la vede vagare triste e disperata da sola per le stanze e i giardini del suo "castello dell'Illusione", struggendosi d'amore per Tristano. Nel frattempo Mefisto fa capolino ogni tanto per ridacchiare alle sue spalle. L'ispirazione tardo-romantica è evidente, così come gli influssi dannunziani, che si esplicitano nella descrizione della nobiltà decadente e nello stile liberty, oltre che nelle didascalie dai toni poetici e aulici. La regia è dinamica e moderna, e mette in risalto gli attori (e il loro stato d'animo) senza sacrificare le scenografie e le atmosfere: una vera sorpresa. La Borelli è stata una delle prime "star" del cinema muto italiano. Di notevole interesse anche la colonna sonora originale, composta nientemeno che da Pietro Mascagni, l'autore della "Cavalleria rusticana": si tratta di uno dei primi casi in cui un compositore già noto si dedicò a "musicare" appositamente una pellicola cinematografica, sincronizzando la partitura con le scene già girate, con tanto di leitmotiv associati ai vari personaggi (un lavoro che lo stesso Mascagni definì "lungo, improbo e difficilissimo"). Il film era stato in effetti girato nel 1914 e completato nel 1915, ma venne distribuito soltanto nel 1917, non solo per via della guerra ma anche per dare a Mascagni il tempo di realizzare la colonna sonora. Pare addirittura che la parte finale della pellicola fu modificata (e alcune scene rigirate) proprio per venire incontro alle richieste del compositore, che riteneva il finale originale poco coerente con la sua visione musicale.

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