Valerian (Luc Besson, 2017)
Valerian e la città dei mille pianeti
(Valérian et la Cité des mille planètes)
di Luc Besson – Francia 2017
con Dane DeHaan, Cara Delevingne
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Visto al cinema Uci Bicocca.
Gli agenti della federazione spaziale Valerian (DeHaan) e Laureline (Delevingne) devono indagare su una misteriosa zona radioattiva apparsa al centro di Alpha, "la città dei mille pianeti", quella che un tempo era la Stazione Spaziale Internazionale e che nel corso dei secoli è divenuta uno smisurato aggregato vagante fra le galassie, abitato da migliaia di civiltà extraterrestri che coabitano in pace. Scopriranno l'esistenza di una razza di alieni sconosciuti, sopravvissuti alla distruzione del loro pianeta. Da una celebre serie a fumetti degli anni sessanta/settanta, "Valerian" di Pierre Christin e Jean-Claude Mézières (disegnatore con il quale il regista aveva già collaborato ai tempi de "Il quinto elemento"), e in particolare dall'albo "L'ambasciatore delle ombre", Besson realizza una pellicola al tempo stesso ambiziosa (è il più costoso film francese – o forse addirittura europeo – di tutti i tempi) e di puro intrattenimento. E nel suo mescolare avventura escapista e scenari fantascientifici, lunghe scene d'azione e creature esotiche (nel più puro spirito della space opera, come al cinema si era visto forse solo nella saga di "Guerre stellari"), riesce senza dubbio a coinvolgere e a divertire. L'apparato visivo spettacolare (con abuso di CGI) e la buona caratterizzazione dei due personaggi principali (ottima nel caso di Laureline, ben più di una semplice spalla, e sicuramente non la classica damigella da salvare: al contrario, è spesso lei a prendere l'iniziativa e a correre in aiuto del suo compagno) aiuta a passare sopra a quelli che sono, invece, i tanti difetti della pellicola, a partire dai personaggi di contorno. Nonostante Besson abbia voluto a bordo nomi popolari o celebri attori hollywoodiani, questi rimangono infatti delle macchiette o delle figure stereotipate, a partire dal generale guerrafondaio interpretato da un annoiato Clive Owen. Il cast di comprimari (ma per alcuni di loro è quasi un semplice cameo) comprende Rihanna (l'alieno mutaforma Bubble), Ethan Hawke (il gestore dello strip bar), Alain Chabat (Bob, il pirata del sottomarino), Mathieu Kassovitz (uno dei soldati al Gran Mercato), Herbie Hancock (il ministro della difesa) e Rutger Hauer (il presidente della federazione umana). Sam Spruell è il generale "buono", Kris Wu il suo assistente. Un altro difetto, forse il maggiore, è dato dalle ambizioni smisurate di Besson: non tanto perché ha voluto ammantare con un messaggio pesante (il genocidio di un popolo) e antibellico quella che avrebbe funzionato anche solo come una semplice avventura (in fondo anche il fumetto originale affrontava temi sociali e politici); ma perché la pellicola, già parecchio autoindulgente, soffre di gigantismo nella durata e nella messa in scena, colma com'è di immagini spettacolari, concetti e colori, affaticando non poco lo spettatore e rischiando di fargli concludere la visione con un (leggero) mal di testa. Anche perché le manca quella certa ingenuità presente nel fumetto. In ogni caso, nel suo genere "Valerian" non sfigura e potrebbe ritagliarsi uno spazio come film di culto per una parte del pubblico. Peccato che il flop commerciale e di critica precluda quasi sicuramente la possibilità di ulteriori sequel (nonostante Besson, che ha sempre amato il fumetto originale e che ha pronte nuove sceneggiature, ci speri ancora). Molto belli i titoli di testa sulle note di "Space Oddity" di David Bowie.
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