Logan - The Wolverine (J. Mangold, 2017)
Logan - The Wolverine (Logan)
di James Mangold – USA 2017
con Hugh Jackman, Patrick Stewart
**1/2
Visto al cinema Uci Bicocca.
Anno 2029: un Wolverine vecchio e stanco, i cui poteri si sono indeboliti, tira a campare lavorando come autista sul confine fra Stati Uniti e Messico. I mutanti sono spariti dalla faccia della terra: oltre a Logan, gli unici sopravvissuti sono il professor Xavier (che soffre di una malattia degenerativa al cervello) e Calibano. Ma in un laboratorio segreto, alcuni scienziati stanno creando artificialmente una propria razza di mutanti: fra questi c'è Laura, una bambina nata a partire dal DNA dello stesso Logan, e dunque sua "figlia", tanto che ha gli stessi poteri: scheletro e artigli di adamantio, capacità di guarire le proprie ferite. Per mettere in salvo la piccola, scappata dal laboratorio e sulle cui tracce ci sono i Reavers, banda di cyborg guidati dal perfido Donald Pierce, Logan e Xavier intraprendono una disperata fuga verso il Canada, verso un ipotetico "Eden" dove lei e altri mutanti possono trovare rifugio... Il terzo film "a solo" di Wolverine, decisamente il più originale come mood e contenuti, è anche quello che (salvo ripensamenti) segna l'addio di Hugh Jackman al personaggio che ha interpretato per ben nove pellicole (contando anche le sei dedicate agli X-Men). Anche per via della distopica ambientazione in un futuro privo (quasi) di mutanti e di supereroi, è assai lontano dalle atmosfere dei film precedenti, dai quali è slegato anche come continuity. E più che ai blockbuster Marvel, i riferimenti sono semmai a "I figli degli uomini" di Cuarón (per la trama) e al western "Il cavaliere della valle solitaria" con Alan Ladd (citato più volte, anche esplicitamente: Xavier e Laura ne vedono alcuni spezzoni in tv, e la bambina ne recita alcune frasi nel finale). Scene d'azione a parte, il film è un crepuscolare western on the road sul tema dei rapporti fra padre e figlia. Ma non mancano accenni metafumettistici (Laura legge i comic book degli X-Men!) e una dose superiore al solito di violenza e parolacce, che donano un realismo inconsueto per il genere. Il finale, a suo modo, è capace di sorprendere (in senso positivo): al punto che si rimane fino alla fine dei titoli di coda immaginando un controfinale che rimescoli le carte in tavola... e invece nulla. Il personaggio di Laura, alias X-23 (interpretata da Dafne Keen), è stato introdotto nei comics solo in anni recenti (per questo alcuni lettori di vecchia data, come il sottoscritto, non lo hanno mai conosciuto). Ispirato in parte alla miniserie a fumetti "Old Man Logan" di Mark Millar, il film rappresenta una closure soddisfacente (sia pure "alternativa": non è detto che questo futuro sia quello reale) per il personaggio di Wolverine (nonché di Xavier: anche per Stewart si tratterebbe dell'ultima volta). Boyd Holbrook è Pierce, Stephen Merchant è Calibano, Richard E. Grant è Zander Rice, lo scienziato a capo del progetto Transigen.
2 commenti:
Sono contento di leggerne bene.
L'hype è alto.
Sicuramente è il migliore dei tre film dedicati a Wolvie. E ha il merito di offrire un punto di vista originale e inedito sul personaggio.
Posta un commento