8 marzo 2017

Ave, Cesare! (Joel ed Ethan Coen, 2016)

Ave, Cesare! (Hail, Caesar!)
di Joel ed Ethan Coen – USA 2016
con Josh Brolin, George Clooney
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Visto in TV.

All'inizio degli anni cinquanta, fra film da portare a termine, divi da tirare fuori dai guai e giornalisti gossippari da tenere a bada, il produttore hollywoodiano Eddie Mannix (Josh Brolin) ha certo le sue gatte da pelare. Fra le varie cose, deve cercare rapidamente un marito per l'attrice di musical acquatici DeeAnna Moran (Scarlett Johansson), rimasta incinta; deve placare le ire del regista Laurence Laurentz (Ralph Fiennes), perché nella sua commedia sofisticata è stato imposto come protagonista un grezzo e impacciato attore western, Hobie Doyle (Alden Ehrenreich), che non sa spiccicare una frase; e soprattutto deve far fronte alla misteriosa sparizione della sua star di punta, Baird Whitlock (George Clooney), rapito da una cellula di sceneggiatori comunisti (!) dal set di "Ave, Cesare!", un kolossal sulla storia di Cristo narrata dal punto di vista di un centurione romano. Il tutto mentre è tentato di accettare una "proposta indecente", quella di abbandonare il mondo del cinema – che nonostante tutto, continua ad amare – per diventare dirigente della Lockheed. Con un'ambientazione nostalgica (l'ultimo "periodo d'oro" del cinema americano, quando le major hollywoodiane dominavano ancora il mercato e lo star system imperava, ma all'orizzonte cominciava a fare capolino la minaccia della televisione), una farsa che, come ogni opera dei fratelli Coen, mantiene molto meno di quel che promette. La satira prende di mira le tante pellicole disimpegnate – o fintamente "impegnate" – dell'epoca, dai western ai musical (e non è difficile riconoscere nei vari personaggi le loro fonti di ispirazione: Robert Taylor, Esther Williams, Kirby Grant, Gene Kelly, Ernst Lubitsch, Hedda Hopper, eccetera), per non parlare di temi sociali quali la minaccia comunista o il giornalismo sensazionalista: ma tutto è superficiale, all'acqua di rose, e soprattutto diluito all'inverosimile, con sequenze inutilmente lunghe (vedi la scena del balletto dei marinai, o quella – che pure sulla carta prometteva bene – della riunione con i rappresentanti delle varie religioni per stabilire se il film su Cristo è offensivo). Come sempre, poi, quello dei Coen è un mondo popolato quasi solo da stupidi, che fanno cose stupide e con conseguenze stupide. Non ne può risultare che un film sciocco, costellato di gag ripetitive, scontate e schematiche. È una comicità sterile, mai emozionante o incisiva, e che, se pure strappa qualche sorriso, risulta alla fine del tutto innocua. Per capire come prendere davvero in giro Hollywood, riguardarsi (per esempio) "Hollywood party". Nel ricco cast anche Frances McDormand (la montatrice C.C. Calhoun), Tilda Swinton (le due sorelle giornaliste), Christopher Lambert (il regista svedese) e Channing Tatum (l'attore ballerino/spia comunista).

2 commenti:

Babol ha detto...

E' un film strano che alla fine lascia perplessi, come se mancasse qualcosa, eppure mi era piaciuto un sacco :)

Christian ha detto...

Il personaggio del produttore è azzeccato, ma tutta la parodia/satira di Hollywood che gli sta attorno è superficiale e lascia davvero il tempo che trova...