Warcraft - L'inizio (Duncan Jones, 2016)
Warcraft - L'inizio (Warcraft)
di Duncan Jones – USA 2016
con Travis Fimmel, Ben Schnetzer
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Visto in TV.
Ispirato a una serie di videogame strategici (il più celebre della serie è "World of Warcraft"), una pellicola fantasy progettata con l'ambizione di dare vita a una franchise, che però ha diviso nettamente pubblico e critica. Dai primi (soprattutto dai videogiocatori) sono arrivati giudizi positivi, dalla seconda negativi. E in effetti il film presenta cose buone e altre meno. Vista come pellicola a sé stante, ignorando dunque il materiale di origine, lascia non poche perplessità: un'ambientazione generica e in cui si viene immersi senza molte spiegazioni (il mondo di Azeroth, popolato da razze differenti, che vivono fra loro in pace fino all'arrivo degli orchi, provenienti – attraverso un portale magico – da un altro pianeta ormai morente: la guerra con gli esseri umani sarà inevitabile), creature fantasy stereotipate (l'attenzione è rivolta soprattutto agli uomini e agli orchi: ma ci sono anche nani, elfi, stregoni, e così via, tutti con evidenti influenze tolkieniane o da "Dungeons & Dragons") e una trama che si dipana a velocità spaventosa e che più che il frutto di una sceneggiatura sembra nata durante una sessione di un gioco di ruolo. Aggiungiamoci un aspetto visivo da videogioco, con personaggi in CGI che si muovono rozzamente in un'ambientazione dalla geografia semplice e schematica (nella war room del sovrano spicca una mappa che sembra pronta per una partita a un gioco strategico da tavolo). Eppure, questi stessi difetti possono diventare punti di forza se li si guarda nell'ottica del lavoro di adattamento, ovvero del tentativo di rendere sullo schermo le dinamiche del gioco, con gli scontri fra eserciti, la distruzione delle città, l'utilizzo delle magie protettive, e così via. E l'impronta di Duncan Jones (che ha ottenuto dai produttori di rivedere in parte la sceneggiatura) si riconosce nella scelta di "umanizzare" i personaggi, evitando per esempio la trappola di mostrare gli uomini tutti buoni e gli orchi tutti cattivi. L'orco capoclan Durotan diventa così uno dei protagonisti positivi, mentre al contrario fra i difensori di Azeroth si nasconde il vero villain. In più c'è Garona, orchessa mezzosangue (e dunque mezzo umana), che funge da punto di contatto fra le due fazioni (è anche l'unica a saper parlare entrambe le lingue). In generale, proprio gli orchi e il modo in cui sono stati rappresentati sono la cosa migliore del film. Azione, scontri e battaglie non mancano, e – se si sta al gioco – nemmeno il divertimento, soprattutto per merito della regia di Jones, sempre consapevole di pregi e limiti di ciò che sta girando. Il cast è popolato di nomi poco noti: Travis Fimmel è l'eroico Anduin Lothar, capo dell'esercito umano; Ben Schnetzer è Khadgar, il giovane mago che per primo si accorge del pericolo; Dominic Cooper è il re Llane Wrynn, sovrano di Stormwind; Ben Foster è Medivh, il "Guardiano", saggio e misterioso protettore del regno; Toby Kebbell è Durotan, l'orco onorevole; Paula Patton è Garona, l'orchessa mezzosangue; Daniel Wu è Gul'dan, il malvagio stregone degli orchi, colui che apre il portale per il loro passaggio. Pur senza fare sfracelli al botteghino, il lungometraggio ha fatto segnare il maggior incasso di sempre per un film tratto da un videogame. La possibilità di un sequel (suggerita sia dal titolo del film stesso, che inizialmente anche in originale doveva avere il sottotitolo "The beginning", sia dai vari fili lasciati aperti nella trama) non è stata ancora confermata.
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