8 gennaio 2017

Il viaggio a Niklashausen (Fassbinder, Fengler, 1970)

Il viaggio a Niklashausen (Niklashauser Fart)
di Rainer Werner Fassbinder, Michael Fengler – Germania 1970
con Michael König, Hanna Schygulla
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli.

Un pastore (König), che afferma di aver ricevuto la visita della vergine Maria, predica idee marxiste e rivoluzionarie presso la città di Niklashausen, in Franconia, sobillando i contadini a ribellarsi alle autorità costituite per dar vita a un nuovo ordine sociale basato sull'uguaglianza e la ridistribuzione del lavoro e delle risorse. Una ricca nobildonna (Margit Carstensen), invaghita di lui, lo ospiterà nella sua casa. Ma insieme ai suoi compagni (fra i quali Fassbinder stesso, la Schygulla, Michael Gordon e Günther Kaufmann), finirà sul rogo. Ambientato in un'epoca indefinita, un misto fra il medioevo (la pellicola è ispirata alla storia vera di Hans Böhm, rivoluzionario del 1400) e i giorni nostri, un film per la tv – codiretto da Fassbinder e Fengler, che già avevano lavorato insieme in "Perché il signor R. è diventato matto?", e interpretato dal gruppo dell'Antiteater – che si propone di raccontare "come e perché fallisce una rivoluzione". I dialoghi parlano di politica, economia e giustizia sociale in chiave moderna, mentre i personaggi e le ambientazioni sembrano provenire da epoche differenti: l'insieme pare anticipare la versione filmata di "Jesus Christ Superstar" (si pensi anche alla dimora del vescovo lascivo, interpretato da Kurt Raab, che ricorda l'Erode del musical) e al tempo stesso ricorda certe cose di Godard (come "Week-end"), anche per l'approccio astratto e simbolico. La regia alterna sequenze statiche e di impostazione teatrale (come tutte quelle in cui, nella prima parte, si discetta delle teorie rivoluzionarie: un dibattito figlio degli anni in cui il film è uscito) ad altre ben più ariose e con ampi movimenti di macchina (come quella, nel finale, che mostra la guerriglia e lo scontro armato fra i ribelli e l'esercito). Nel collage di stili e ambientazioni (Hans e i suoi compagni sono crocifissi e bruciati in un cimitero di auto; a metà film, una lunga jam session musicale ha quasi un effetto ipnotico), freddo e non sempre convincente, risalta il parallelo fra arte e rivoluzione: quest'ultima, nelle parole dello stesso Fassbinder, va "messa in scena" per "ottenere un effetto teatrale". E se RWF ne è il regista, Hanna Schygulla ne è l'interprete (prova la sua parte davanti allo specchio, prima di recitare nei panni della Madonna).

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