Buckaroo Banzai (W. D. Richter, 1984)
Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione
(The adventures of Buckaroo Banzai across the 8th dimension)
di W. D. Richter – USA 1984
con Peter Weller, John Lithgow
*1/2
Visto in divx.
Buckaroo Banzai, di padre americano e madre giapponese, è un brillante neurochirurgo, fisico nucleare, musicista rock ed eroe a tempo perso, che con i suoi compagni ("i Cavalieri di Hong Kong") salva il mondo da minacce aliene. Durante una prova di velocità nel deserto con un veicolo dotato di un "propulsore di oscillazione", scopre l'esistenza di un universo extradimensionale all'interno della materia, dove gli abitanti del Pianeta 10 (i "Lettroidi") rinchiudono i loro criminali. E dovrà impegnarsi per porre fine alla minaccia di un gruppo di questi. Il primo dei due soli film diretti da Richter, più noto come sceneggiatore che come regista (suoi gli script di "Terrore dallo spazio profondo" e "Grosso guaio a Chinatown"), è uno scalcinato guazzabuglio che guarda ai fumetti e alla letteratura pulp degli anni trenta (Doc Savage), alla fantascienza degli anni cinquanta ("L'invasione degli ultracorpi", appunto), e al mix di musica e azione degli anni ottanta, anticipando temi di "Men in Black" e di "Essi vivono" (senza però i sottotesti politici o sociali di quest'ultimo). Fra personaggi con caratterizzazione basilare e superficiale – a partire dal protagonista – e tanta technobabble fine a sé stessa, è difficile lasciarsi coinvolgere più di tanto da un film che sembra aver divertito soprattutto i suoi realizzatori (ed è comunque indispensabile stare al gioco e non prendere nulla sul serio). Banzai è un eroe perfetto e dai mille talenti, una celebrità nel suo mondo (protagonista anche di una serie a fumetti), con amici e alleati ovunque, meglio se bizzarri e variopinti (scienziati musicisti o che vestono da cowboy), mentre i suoi nemici sono mostri mutaforma pazzi e criminali. La trama tira in ballo (alla rinfusa) i "marziani" di Orson Welles, scienziati italiani degli anni trenta (con venature fasciste), extraterrestri buoni ("negri") e cattivi ("rossi") che si chiamano tutti John, e misteriose donzelle con tendenze suicide. Nonostante il buon cast (Ellen Barkin, Jeff Goldblum, Christopher Lloyd fra gli altri), complessivamente però sprecato, e alcune indovinate gag nonsense (l'anguria, la dichiarazione di guerra in forma breve), rimane un B-movie per nostalgici del cinema fantastico a basso budget degli anni ottanta. Il titolo italiano, chissà perché, parla di "quarta dimensione" anziché di "ottava" (come recita correttamente il doppiaggio: non che tale numero venga poi spiegato o motivato in qualche modo).
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