26 gennaio 2017

Arrival (Denis Villeneuve, 2016)

Arrival (id.)
di Denis Villeneuve – USA/Canada 2016
con Amy Adams, Jeremy Renner
**1/2

Visto al cinema Uci Bicocca.

Quando dodici astronavi aliene sbarcano sulla Terra, fermandosi in diversi punti del pianeta, l'esperta linguista Louise Banks (Adams) viene incaricata di decifrare il linguaggio dei loro occupanti – una misteriosa razza di creature eptapodi – per stabilire una comunicazione e scoprirne le intenzioni e i reali motivi della loro venuta. Mentre Louise compie lentamente progressi, la tensione fra la popolazione e le divisioni fra i principali governi del pianeta (non tutti convinti che si debba comunicare pacificamente con gli alieni) crescono inesorabilmente verso il punto di non ritorno... Il regista canadese Denis Villeneuve scalda i motori per l'imminente "Blade Runner 2049" cimentandosi per la prima volta con la fantascienza grazie a una sceneggiatura di Eric Heisserer (dal racconto "Storia della tua vita" di Ted Chiang). Se il modello letterario è "La voce del padrone" di Stanislaw Lem (come in quel romanzo, infatti, Louise fa parte di una task force di scienziati di varia estrazione – fra i quali il fisico teorico Ian Donnelly (Renner) – che devono collaborare per decifrare la lingua degli alieni), quelli cinematografici sono indubbiamente "Contact", "Incontri ravvicinati del terzo tipo" e "Interstellar". Pur implausibile in più punti sul piano logico o scientifico, la pellicola riesce a far riflettere in maniera intelligente sul tema della comunicazione (che implica necessariamente un qualche tipo di connessione o di condivisione) e su come il linguaggio influenzi il modo di percepire il mondo: quello degli alieni, così diverso del nostro, rispecchia la loro concezione "circolare" del tempo, che finisce col permeare anche la mente di Louise e portarla alla soluzione dell'enigma (con un emotivo colpo di scena finale per gli spettatori, "manipolati" fino a quel punto da un montaggio che li aveva portati a ritenere dei flashback quelli che in realtà erano dei momenti di precognizione). Certo, la scelta finale della protagonista, smaccatamente pro-life, getta un'ombra fastidiosa sull'intera pellicola e sui suoi reali intenti. Nella versione italiana, Ian e Louise battezzano i due alieni Tom e Jerry: in originale, invece, li chiamano Abbott e Costello (ovvero Gianni e Pinotto). Forest Whitaker è il colonnello americano, Tzi Ma è il generale cinese. La colonna sonora d'atmosfera (di Jóhann Jóhannsson) comprende il suggestivo "On the Nature of Daylight" di Max Richter. Da notare che vent'anni prima, nel 1996, era già uscito un film chiamato "The arrival" che parlava di contatti con gli alieni, ma si trattava di un thriller d'azione (di David Twohy) senza grandi qualità.

5 commenti:

Babol ha detto...

Bellissimo e pieno di umanità, adorato dalla prima all'ultima scena nonostante io con la fantascienza non vada molto d'accordo.

Christian ha detto...

Per me è bello ma un po' troppo concettuale, oltre che troppo derivativo. Non c'è nulla che non si sia già visto in "Contact" o "Interstellar", per non parlare del romanzo di Lem. E i vari messaggi (da quello sulla pace fra i popoli a quello pro-life nel caso della maternità della protagonista), lasciano un po' il tempo che trovano. Comunque girato benissimo, Villeneuve è davvero bravo (e pure la Adams).

Kukuviza ha detto...

Insomma, ieri ho visto questo film ma, sarà che non ero di umore stellare, però mi viene il dubbio che io con Villeneuve non vado tanto d'accordo perché già con Enemy non mi ha fatto proprio impazzire.
Anche in questo, nonostante i temi fossero emotivamente forti (in particolare quello di lei, che magari se non diceva niente a lui era meglio, o al limite glielo diceva dopo dopo), c'è un qualcosa nel modo di raccontare del regista che me li fa percepire più a livello intellettivo che a livello emotivo.

Christian ha detto...

In effetti nei film di Villeneuve c'è sempre qualcosa di un po' troppo "costruito", a volte addirittura di freddo e artificioso, a livello emotivo. Per fortuna nei suoi film migliori (come "La donna che canta": se non lo hai visto, prova a guardarlo!) la potenza dei contenuti garantisce comunque un forte coinvolgimento, anche se quello intellettuale tende comunque a prevalere.

Kukuviza ha detto...

Proverò, grazie per il consiglio