La parte degli angeli (Ken Loach, 2012)
La parte degli angeli (The Angels' Share)
di Ken Loach – GB/F/I/B 2012
con Paul Brannigan, John Henshaw
**1/2
Visto in DVD, con Sabrina.
Robbie (Branningan), teppista di Glasgow che ha sempre condotto una vita problematica, vorrebbe mettere la testa a posto, anche perché sta per diventare padre. Ma non è facile, visto che nessuno sembra disposto a dargli fiducia. Condannato a trecento ore di lavori socialmente utili in seguito a una rissa, fa la conoscenza del bonario Harry (Henshaw), che lo prende sotto la propria ala protettiva e, fra le altre cose, lo introduce al mondo della degustazione del whisky. L'occasione della riscossa giungerà quando verrà a conoscenza dell'imminente vendita, in un'asta esclusiva, di un barile di preziosissimo whisky invecchiato oltre quarant'anni, particolarmente bramato dagli appassionati... Di solito apprezzo Loach a corrente alternata, trovando alcuni suoi lavori troppo schematici e manichei, ma mi sembra che il regista – che pure non rinuncia mai a ritrarre il mondo dei più deboli e degli emarginati, e soprattutto il contesto sociale di povertà e disoccupazione in cui si muovono – dia il meglio di sé quando, più che lanciare un messaggio, si "limiti" a raccontare una storia, meglio se condita da una venatura leggera e ottimista, all'insegna della redenzione, come nel caso de "Il mio amico Eric" o del film in questione. La simpatia dei personaggi, l'insolito contesto "enologico" (da confrontare con "Sideways" di Payne, dove si degustavano vini in California!), il tema del riscatto dei perdenti e il valore dell'amicizia si fondono mirabilmente in una commedia realistica e non consolatoria, dove non tutto fila liscio ma ci si ingegna per trarre il meglio da ciò che si ha a disposizione, e dove per una volta la volontà e la solidarietà vengono ricompensate. In più, un setting inconfondibilmente e orgogliosamente scozzese, che fonde ambienti proletari (le periferie di Glasgow), scenari turistici (il castello di Edimburgo) e gli elementi più caratteristici della nazione (i kilt, i pub, e ovviamente il whisky). Premio della giuria a Cannes. Il titolo si riferisce a quella parte di distillato che evapora in modo naturale dai barili durante l'invecchiamento. Nella colonna sonora spicca la classica "I'm Gonna Be (500 Miles)" dei Proclaimers.
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