5 luglio 2015

Il feroce Saladino (Mario Bonnard, 1937)

Il feroce Saladino
di Mario Bonnard – Italia 1937
con Angelo Musco, Alida Valli
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Visto in divx.

L'anziano attore di varietà e illusionista Pompeo Darli (Musco) sembra abbonato ai fallimenti: cacciato da tutti i teatri, non solo fatica a trovare una nuova scrittura ma viene anche abbandonato dalla corpulenta moglie Amalia (Rosina Anselmi), che preferisce diventare l'assistente di un altro saltimbanco, il mister muscolo Johnson (Mario Mazza). Per tirare avanti in qualche modo e permettere un avvenire anche alla sua giovane protetta, la cantante Dora (Valli), Pompeo mette da parte il proprio orgoglio e accetta un lavoro umiliante: vendere caramelle e cioccolatini in quello stesso teatro dove si esibisce la moglie con il suo nuovo compagno. Ma la fortuna gira: diversi spettatori trovano, nelle confezioni da lui vendute, la rarissima figurina del "feroce Saladino". Tanto basta perché Pompeo diventi popolarissimo fra il pubblico, al punto che l'impresario del teatro lo assumerà seduta stante come protagonista di un nuovo spettacolo, nei panni appunto del Saladino. Commedia satirica e di costume che fa riferimento a uno dei fenomeni sociali più noti dell'Italia di metà anni trenta, ovvero la raccolta delle figurine della Buitoni-Perugina (su modello di quelle della Liebig), disegnate da Angelo Bioletto e raffiguranti personaggi storici ed esotici, ispirati a popolari romanzi d'avventura. Chi completava la raccolta poteva vincere ricchi premi (addirittura una Fiat Topolino!). Pare che la carta con il feroce Saladino, stampata in un numero limitato di copie, fosse talmente rara da scatenare una vera e propria ossessione fra i collezionisti alla sua ricerca, al punto che il governo fascista dovette intervenire con leggi ad hoc (dapprima per imporre di stampare in ugual numero tutte le figurine, e poi addirittura per proibire altri concorsi di quel tipo). Se la prima parte del film, pur non mancando mai di un marcato umorismo da farsa o da avanspettacolo, assume a tratti toni realisti e melodrammatici (le difficoltà economiche di Pompeo; la scena in cui deve saltare il pranzo e cerca inutilmente di rimediare; il suo orgoglio e la sua integrità di fondo anche di fronte ai continui fallimenti e al disprezzo da parte di tutti, Dora a parte), la seconda sconfina nel grottesco e culmina nella lunga rappresentazione sul palco, dove lo spettacolo è continuamente messo a repentaglio dai litigi "dietro le quinte" fra Pompeo e il muscoloso amante di sua moglie. Alida Valli, giovanissima, era al suo secondo film. Non accreditato, come comparsa c'è anche Alberto Sordi (è l'attore travestito da leone).

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