15 luglio 2015

Dylan Dog - Il film (Kevin Munroe, 2011)

Dylan Dog - Il film (Dylan Dog: Dead of Night)
di Kevin Munroe – USA 2011
con Brandon Routh, Sam Huntington
*1/2

Visto in divx.

Dal fumetto cult di Tiziano Sclavi, pubblicato da Sergio Bonelli Editore, una pellicola made in USA che ha poco o nulla a che vedere con l'opera originale, se non il nome del personaggio e il fatto che lavori come detective del paranormale. Ambientato a New Orleans (anziché a Londra), il film non è altro che un onesto horror che si iscrive nel filone di "Underworld" (o, se vogliamo, di "Buffy l'ammazzavampiri"). Il protagonista è un investigatore privato, uno dei pochi a sapere che fra la gente comune si nascondono creature come vampiri, licantropi e zombi. E non è detto che la divisione fra buoni e cattivi sia così netta, visto che la maggior parte di questi "non morti" cerca soltanto di condurre un'esistenza tranquilla e lontana dai riflettori. Spinto da un passato tragico, Dylan sembra però aver abbandonato il suo precedente lavoro per dedicarsi a casi più "tradizionali": sarà costretto a cambiare idea quando verrà coinvolto in una guerra fra non morti, causata da qualcuno che sta cercando un antico manufatto in grado di stravolgere equilibri secolari... Se il personaggio era stato ideato fisicamente da Sclavi pensando a Rupert Everett, qui è interpretato da un attore assai distante dal prototipo, Brandon "Superman" Routh, più adatto a un action movie che non a un horror introspettivo come il fumetto originale. E tutti i suoi elementi iconici (l'abito, l'automobile, il clarinetto, il galeone), se e quando sono presenti, non hanno alcuna esigenza narrativa: di fatto sembrano utilizzati solo per "camuffare" i muscoli e la figura di Routh, che più che Dylan Dog, dunque, interpreta qualcuno che si veste come lui. Altri elementi del fumetto (la casa con il campanello urlante, per esempio) sono invece assenti, così come tutti i soliti comprimari. In particolare l'assistente Groucho, per ragioni di diritti dovuti alla sua somiglianza con Groucho Marx, è sostituito da un altro personaggio, Marcus (interpretato da Sam Huntington, che aveva già recitato al fianco di Routh in "Superman Returns"), che per lo meno non sfigura nell'ambito della storia narrata e si ritaglia un buon ruolo di spalla comica, per quanto assai più tradizionale rispetto all'anarchia surreale del personaggio di cui fa le veci. Detto che gli autori della pellicola non si rifanno a nessun albo a fumetti in particolare, né riprendono temi, spunti o suggestioni della poetica di Sclavi (se non a livello superficiale), la maggiore delusione non nasce dal veder travisato il personaggio e le sue atmosfere (ogni trasposizione, in fondo, tradisce in parte l'originale), quanto dal fatto che si è preferito ignorare tutto ciò che fa di "Dylan Dog" un'opera unica per realizzare invece un film che non si differenzia da tanti altri prodotti simili, con personaggi stereotipati e situazioni poco accattivanti, che non trasmette mai paura o inquietudine e non lascia un particolare ricordo. Anche per colpa di una regia anonima, di effetti speciali al ribasso e di scene d'azione poco adrenaliniche. Alcune frasi celebri del personaggio ("Giuda Ballerino!", "Il mio quinto senso e mezzo") sono state aggiunte nel doppiaggio italiano. È comunque presente un omaggio a Sclavi: il suo nome è dato a un vampiro.

2 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Il problema è che questo film è così brutto, mal scritto e recitato, che le incongruenze col fumetto sono il male minore...

Christian ha detto...

Qualche spunto carino c'è, come l'assistente che diventa uno zombie, ma anche quello non ha nessuna conseguenza sulla storia!

Pare che la Bonelli stia cercando di riprendersi i diritti cinematografici del personaggio... Vedremo.