Quién sabe? (Damiano Damiani, 1966)
Quién sabe?, aka El Chuncho
di Damiano Damiani – Italia 1966
con Lou Castel, Gian Maria Volontè
**1/2
Visto in TV.
Nel Messico del 1917, durante la rivoluzione, un giovane americano (Lou Castel) si unisce a un gruppo di banditi, guidato dal carismatico Chuncho (Volontè), che rubano armi all'esercito regolare per venderle a un generale ribelle. In realtà il giovane è un mercenario, il cui scopo è proprio quello di uccidere il generale. Uno dei primi spaghetti western a trattare il tema della rivoluzione messicana (e dunque capostipite di quel filone che includerà i più celebri "Giù la testa", "Vamos a matar, compañeros" e "Tepepa"), è forse meno valido cinematograficamente rispetto ai lavori di Leone, Corbucci o Sollima, anche per una sceneggiatura che procede a scatti e non approfondisce più di tanto i personaggi (con l'eccezione del Chuncho, vero centro nevralgico del film), ma merita comunque un posto di rilievo nella storia del genere per aver cominciato a portare allo scoperto quei temi politici e sociali che spesso vi scorrevano sotterranei. Non ci sono infatti solo le sequenze che segnano lo sviluppo della coscienza politica del Chuncho (all'inizio interessato solo al denaro, e poi – pian piano – alle sorti della rivoluzione; significativa la sua frase finale, quando regala una borsa piena di monete d'oro a un lustrascarpe: "Non comprarti il pane con esto dinero, hombre! Compra dinamite!"). È soprattutto il personaggio interpretato da Lou Castel a rappresentare un'evidente metafora degli interventi degli Stati Uniti negli affari interni degli altri paesi: la CIA nell'America Latina in primis, ma anche il conflitto in Vietnam di quegli anni. Molto bello il finale, e in generale la costruzione della vicenda. Volontè ripropone la recitazione istrionica e vitale di cui aveva già dato prova nei film di Sergio Leone, anche se in questo caso il suo personaggio è decisamente più positivo. Castel, rivelatosi l'anno prima ne "I pugni in tasca" di Bellocchio, è freddo e controllato: reciterà successivamente in un altro western atipico, "Requiescant", al fianco di Pier Paolo Pasolini. Klaus Kinski interpreta il "Santo", prete-bandito che fa parte della gang del Chuncho, ma il suo ruolo (che ricorda un po' il Frate Tuck della banda di Robin Hood) è piuttosto limitato. Nel cast anche Martine Beswick (l'unica donna del gruppo di banditi), Andrea Checchi e Carla Gravina. Musica di Luis Bacalov (con "supervisione" di Ennio Morricone).
2 commenti:
a me è piaciuto moltissimo, Damiano Damiani è stato un grando, un po' come Sergio Corbucci, che ha "attraversato" tanti generi, e nello stesso periodo facevano cinema politico attraverso i film western
Peccato che poi Damiani sia finito a fare "Alex l'ariete"... ;(
Questo è sicuramente un film interessante, ma come western politici forse mi sono piaciuti di più quelli di Sollima e Corbucci, appunto.
Posta un commento