27 ottobre 2012

Io e te (Bernardo Bertolucci, 2012)

Io e te
di Bernardo Bertolucci – Italia 2012
con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco
**1/2

Visto al cinema Eliseo, con Sabrina.

Anziché partire per una settimana bianca con la scuola, come ha fatto credere alla madre, il quattordicenne Lorenzo – un ragazzo problematico che non ama la compagnia e non ha amici – si nasconde per una settimana nella cantina di casa, dopo essersi ben organizzato con le dovute provviste, il computer, musica e libri. I suoi piani di stare da solo vengono però stravolti dall'arrivo imprevisto della sorellastra Olivia, di qualche anno più grande di lui e tossicodipendente in fuga, con la quale sarà costretto a condividere i sette giorni in cantina. Per il suo ritorno al cinema a quasi dieci anni di distanza da "The Dreamers" (e a oltre trent'anni dal suo ultimo film di produzione italiana), Bertolucci sceglie di adattare un romanzo di Niccolò Ammanniti che sin dal titolo suggerisce quale sarà il tema trattato (le difficoltà di socializzazione) e che offre parecchi spunti in linea con i suoi lungometraggi precedenti: il giovane Lorenzo, con la sua introversione, i rapporti irrisolti con i genitori e le fantasie incestuose, può ricordare il protagonista de "La luna"; i ragazzi che si isolano dal resto del mondo e mettono in moto dinamiche personali all'interno di quattro mura fanno venire in mente lo stesso "The Dreamers"; mentre Olivia, che sogna di andare a vivere nella campagna toscana, ha velleità artistiche ed è l'oggetto dell'attenzione di uomini più anziani di lei, ha diversi punti in comune con la giovane protagonista di "Io ballo da sola". Simbolico l'interesse di Lorenzo per animali e insetti in grado di "mimetizzarsi" (il camaleonte, gli insetti stecco) o di vivere in maniera organizzata e autosufficiente (le formiche: nel suo rifugio il ragazzo si porta appunto un formicaio sotto vetro, che osserva con attenzione grazie alla stessa lente d'ingrandimento che poi utilizzerà per scrutare il volto della sorellastra mentre dorme). La sua analisi da entomologo è però sempre rivolta al mondo fuori da sé, mentre rifiuta o ignora ogni tentativo (quello dello psicanalista, quello della madre, quello della stessa Olivia) di rivolgere tale attenzione verso sé stesso. Rispetto al romanzo, Bertolucci ha scelto di eliminare il controfinale ambientato dieci anni più tardi. Ottima la prova dei due giovani attori, che reggono l'intera pellicola quasi da soli (in più ci sono Sonia Bergamasco, la madre; Veronica Lazar, la nonna; Pippo Delbono, lo psicanalista; e Tommaso Ragno, l'amico di Olivia). Nella colonna sonora spicca il folk psichedelico di David Bowie ("Ragazzo solo, ragazza sola", cantato in italiano su testi di Mogol, e la sua versione originale, "Space Oddity"). La regia rende vivo anche il polveroso scantinato che ospita i due personaggi, quasi come se fosse il terzo protagonista della vicenda.

1 commento:

Marisa ha detto...

La bellissima canzone "Ragazzo solo, ragazza sola" è il vero centro motore di tutto il film: la solitudine dei giovani e l'impotenza degli adulti a raggiungerli realmente simbolicamente rappresentata dalla sedia a rotelle dello psicoanalista. Fa tenerezza pensare che chi racconta con simpatia la vicenda stando dalla loro parte è proprio un regista che sulla sedia a rotelle ci sta veramente, ma questo forse gli permette di fermarsi di più ad ascoltare le paure e le fantasie degli altri.