30 ottobre 2012

Mezzogiorno di fuoco (Fred Zinnemann, 1952)

Mezzogiorno di fuoco (High Noon)
di Fred Zinnemann – USA 1952
con Gary Cooper, Grace Kelly
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Rivisto in DVD, con Giovanni, Rachele, Ilaria, Eleonora, Ginevra, Florian e Daniele.

Lo sceriffo Will Kane si è appena sposato con la giovane quacchera Amy Fowler, ha rassegnato le dimissioni come tutore dell'ordine (spinto da lei, che non approva la violenza) e sta per lasciare la città per ritirarsi a vita privata. Ma un telegramma annuncia l’arrivo, con il treno di mezzogiorno, del bandito Frank Miller, appena uscito di prigione e deciso a vendicarsi dell’uomo che lo aveva arrestato. Pur non avendo più responsabilità in merito, Kane decide di restare in città per affrontare Miller, nonostante sia la moglie che i dignitari del paese cerchino di scoraggiarlo. Poiché l’avversario si presenterà insieme a tre compari, lo sceriffo cerca inutilmente di formare un gruppo di agenti giurati, ma sia il suo giovane vicesceriffo (che nutre del rancore nei suoi confronti) che gli altri abitanti del paese si tirano indietro spaventati. Mezzogiorno si avvicina e Kane si ritrova solo e abbandonato da tutti. Western assai atipico per i tempi, tutto costruito sull’attesa e sulla suspense: l’azione (se non consideriamo la breve scazzottata fra Cooper e Lloyd Bridges) è riservata solo ai dieci minuti finali, mentre il resto della pellicola scandisce in tempo reale l’approssimarsi del duello (il lungometraggio comincia alle dieci e trenta e termina poco dopo mezzogiorno), una sorta di “Aspettando Godot” in salsa western. Accolto alla sua uscita con qualche controversia, sia per motivi politici (vedi sotto) che per la rottura delle convenzioni e dei cliché del genere, ne è considerato oggi un caposaldo e ha generato numerose citazioni, omaggi, parodie e remake (persino in chiave fantascientifica: vedasi “Atmosfera zero”). Sergio Leone si ispirerà alla sequenza in cui i tre sgherri di Frank Miller attendono il loro capo alla stazione per il magnifico incipit di “C’era una volta il west” (e chissà, magari avrà notato qui per la prima volta Lee Van Cleef, che interpreta uno dei suddetti sgherri). Memorabile anche il montaggio che conduce allo scoccare fatidico delle dodici, mostrando in rassegna i volti tesi di tutti i personaggi – compresi coloro che hanno rifiutato di aiutare Kane – alternati al treno in arrivo e alla pendola che, inquadrata sempre più da vicino e di sbieco, batte il passaggio degli ultimi secondi. E proprio lo sferragliare del treno e il ticchettio dell'orologio riecheggiano continuamente nella title song (Do Not Forsake Me, O My Darlin’, cantata da Tex Ritter) e nella sofisticata colonna sonora di Dimitri Tiomkin.

La vicenda narrata dalla pellicola è generalmente considerata come una metafora del maccartismo. Lo sceneggiatore (nonché coproduttore, anche se non accreditato) Carl Foreman era infatti finito nelle liste nere di Hollywood perché in passato aveva fatto parte del partito comunista ma soprattutto perché, convocato dal comitato contro le attività anti-americane, aveva rifiutato – a differenza dei suoi ex compagni – di fare altri nomi. Il tema dell’uomo tradito o abbandonato dagli amici e lasciato a combattere da solo (e la scena finale, in cui Kane getta con disprezzo la stella di sceriffo nella polvere) furono percepiti come evidenti messaggi contro il clima che allora regnava nell’ambiente, anche se il soggetto della pellicola proveniva da un “innocuo” racconto western di John W. Cunnigham, “The tin star”. Anche il casting non fu immune da polemiche per la differenza di età fra Gary Cooper, allora cinquantunenne, e Grace Kelly, poco più che ventenne e quasi agli esordi. In ogni caso, Cooper vinse l’Oscar per il miglior attore: il film si portò a casa anche le statuette per il montaggio, la canzone e la colonna sonora (oltre alle nomination per miglior pellicola, regia e sceneggiatura). Katy Jurado è Helen Ramirez, la messicana che in passato aveva abbandonato Miller per Kane (notevole il contrasto anche cromatico e visivo fra lei e l’altra donna del film, Amy, la mora vestita di nero e la bionda vestita di bianco). In ruoli minori figurano Lon Chaney Jr., Harry Morgan e Ian MacDonald. Fra coloro ai quali il film non piacque ci fu John Wayne, che sosteneva le liste nere e che sette anni dopo, insieme a Howard Hawks (a sua volta critico: “Non penso che un buono sceriffo debba correre per la città come un coniglio a chiedere aiuto a tutti”), realizzò una sorta di risposta conservatrice con “Un dollaro d’onore”. Zinnemann, che ammirava Hawks, ne rimase deluso e rispose: “Gli sceriffi sono persone come le altre, e non esistono due persone uguali. Il film si svolge nel Vecchio West, ma in realtà si tratta di una storia su un conflitto di coscienza. In questo senso è simile al mio ‘Un uomo per tutte le stagioni’. In ogni caso, il rispetto per l’eroe western non è certo diminuito a causa di ‘Mezzogiorno di fuoco’.”

1 commento:

Lakehurst ha detto...

capolavoro assoluto. ancora efficacissimo