23 ottobre 2012

Insalata russa (Yuri Mamin, 1994)

Insalata russa (Okno v Parizh)
di Yuri Mamin – Russia 1994
con Sergei Dontsov, Agnès Soral
**1/2

Visto in divx, con Paola, Marta e Florian.

In uno scalcinato e affollato appartamento di una San Pietroburgo in preda alla povertà e al caos (siamo negli anni immediatamente seguenti alla dissoluzione dell'Unione Sovietica), un gruppo di amici russi scopre l'esistenza di una finestra che si affaccia “magicamente” sui tetti di Parigi. Approfittando del misterioso varco, che però è destinato a chiudersi entro un paio di settimane (per riaprirsi solo vent'anni dopo), l'insegnante di musica Nikolai si lancia all’esplorazione della Ville Lumière, sperando che questa possa offrirgli migliori opportunità di vita e di lavoro, mentre il maneggione Gorokhov – con l’aiuto di moglia, figlia e suocera – ne approfitta per "contrabbandare" (da entrambi i lati) prodotti di lusso francesi e cimeli della Perestrojka, e altri inquilini dell’appartamento si scoprono divisi fra i rimpianti per il regime comunista e le lusinghe della vita occidentale. Il continuo viavai dei russi finisce col disturbare e far imbufalire Nicole, giovane artista parigina il cui loft è situato proprio in corrispondenza con il varco, ma dopo alcune disavventure (la ragazza si perde a sua volta per le strade dell'ex Leningrado) fra lei e Nikolai scatterà la simpatia. Insolita commedia dai toni surreali e grotteschi, basata su uno spunto simpatico e originale (che per certe cose anticipa “Essere John Malkovich”), con una comicità confusa e anarchica che va spesso sopra le righe ma anche una buona caratterizzazione dei personaggi (su tutti Nikolai, scapigliato musicista e insegnante che non resiste alla tentazione di accordare ogni pianoforte in cui si imbatte) e una certa vena satirica (per esempio contro la nuova tendenza dei russi ad abbracciare il capitalismo subito dopo essersi disfatti del comunismo: vedi la scuola dove insegna il protagonista, tutta volta a formare una classe di bambini manager, il cui motto è "Pecunia non olet" e alle cui pareti sono appese riproduzioni di banconote occidentali; a tratti ricorda il liceo Marilyn Monroe del "Bianca" di Nanni Moretti). Fra le gag migliori: Nikolai e Nicole che si spacciano per i "famosi cantanti" Elvis Presley ed Edith Piaf per ingannare gli sprovveduti poliziotti di San Pietroburgo, e l’insegnante che guida i suoi alunni con il suono del proprio flauto, come nella fiaba del pifferaio magico. Nel finale c’è anche un pizzico di retorica, con i bambini – portati da Nikolai a Parigi in "gita scolastica" – che vorrebbero rimanere nella capitale francese e l'insegnante che li esorta invece a tornare in Russia e a darsi da fare per risollevare la loro patria disastrata. Il titolo originale, ben più indicato di quello italiano, significa "La finestra su Parigi". Alla sua uscita il film conquistò in breve tempo il record di copie pirata (in videocassetta) vendute per le strade di Mosca.

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