Tarzan, l'uomo scimmia (John Derek, 1981)
Tarzan, l'uomo scimmia (Tarzan, the ape man)
di John Derek – USA 1981
con Bo Derek, Richard Harris
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Visto in TV.
La storia di Tarzan vista attraverso gli occhi di Jane: la bella ragazza giunge in Africa occidentale per unirsi a una delle spedizioni del padre, nel corso della quale incontrerà il misterioso uomo-scimmia che la salverà dal rapimento da parte di una tribù di selvaggi. Affascinata dalla sua prestanza, sceglierà di rimanere con lui nella giungla. Girato in Sri Lanka e alle Seychelles (il che spiega l'abbondanza di acqua, spiagge e fiumi) e "spacciato" come un fedele remake della pellicola del 1932 (la prima con Johnny Weissmuller) di cui ha lo stesso titolo, il film è in realtà soltanto un'occasione per il regista John Derek di mettere al centro dell'attenzione la sua quarta moglie Bo, ritraendola seminuda in ridicole scene ai limiti del softcore o permeate da un esotismo alla "Harmony". Tarzan (interpretato dallo statuario Miles O'Keeffe, al suo esordio: avrebbe dovuto essere soltanto la controfigura, ma l'attore principale venne licenziato appena prima delle riprese) rimane muto – a parte il celebre urlo – e costantemente oggetto del desiderio di Jane, che di fatto è la vera protagonista. Privo di ritmo o di sense of wonder, il film è disastroso sotto ogni aspetto: la regia svagata, il montaggio goffo, la sceneggiatura banale, la recitazione inadeguata (l'unico che si salva è Richard Harris nei panni del padre di Jane, ma il personaggio è scritto talmente male da risultare indisponente), la fotografia patinata (dello stesso John Derek). Alcune scene sono davvero imbarazzanti, come il ralenti della lotta con il serpente nel fango e la sequenza dei "giochi a tre" fra Tarzan, Jane e la scimmia sui titoli di coda. Alla fine, l'unico motivo per vederlo sono proprio le forme di Bo Derek, spesso a seno scoperto e, a un certo punto, con il corpo pitturato completamente di bianco (chissà perché) dai selvaggi che l'hanno rapita.
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