Cirkus Columbia (D. Tanović, 2010)
Cirkus Columbia (id.)
di Danis Tanović – Bosnia-Erzegovina 2010
con Miki Manojlović, Jelena Stupljanin
**1/2
Visto al cinema Eliseo, con Hiromi.
Dopo vent'anni trascorsi in Germania, dove si è arricchito, Divko approfitta della caduta del comunismo (siamo nel 1991) per tornare nel suo villaggio natale in Bosnia-Erzegovina a sfoggiare soldi, automobile e giovane amante, e a sfrattare di casa la moglie e il figlio (con cui non ha rapporti da anni) per insediarvicisi con la sua nuova donna e il suo amatissimo gatto nero portafortuna. Ma ignora che i delicati equilibri su cui si regge la nuova situazione politica stanno per saltare, e che siamo alla vigilia della sanguinosa guerra di dissoluzione della Jugoslavia. A fianco delle tensioni famigliari (l'odio/amore fra Divko e le sue due donne; il rapporto con il figlio Martin, giovane radioamatore) ci sono quelle ben più delicate, e che dividono l'intero paese, fra serbi e bosniaci. Tanović, che già aveva affrontato il tema della guerra nei balcani con sensibilità e umorismo nel suo film d'esordio "No Man's Land", ritorna sull'argomento mantenendo i toni – almeno in superficie – della commedia e guardando in parte a Kusturica (gatti compresi). Il protagonista Miki Manojlović (già visto proprio in molti film del regista serbo, compreso "Underground") assomiglia sempre di più a Walther Matthau. Bravi gli attori, sceneggiatura un po' sfilacciata, ma il finale (con le bombe che esplodono mentre i due innamorati fanno un ultimo giro sulle giostre del "Cirkus Columbia", appunto) commuove e scuote.
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