Scream 3 (Wes Craven, 2000)
Scream 3 (id.)
di Wes Craven – USA 2000
con Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette
**1/2
Rivisto in divx.
Il terzo capitolo della saga horror più autoconsapevole e metacinematografica per eccellenza non poteva che svolgersi direttamente a Hollywood, nella mecca del cinema: negli studi della Sunrise è infatti in produzione "Stab 3" ("Squartati 3", in italiano), film conclusivo della trilogia ispirata ai fatti di Woodsboro (inutile dire che "Stab" e "Stab 2", nella finzione della serie, sono l'esatto equivalente di "Scream" e "Scream 2"). Ma stavolta "finzione" e "realtà" procedono di pari passo, visto che il terzo "Stab" non si basa su fatti già accaduti ma finisce col confondersi con gli eventi che riguardano i suoi stessi interpreti: il redivivo Ghostface, infatti, comincia a trucidare gli attori della pellicola nello stesso ordine in cui è prevista la loro morte nella sceneggiatura (il primo a essere eliminato è Cotton Weary; la seconda è un'attricetta interpretata da Jenny McCarthy, guest star d'occasione come Drew Barrymore e Sarah Michelle Gellar nei due film precedenti). Il killer, che lascia sui luoghi del delitto alcune fotografie di Maureen Prescott (la madre di Sidney) da giovane, sta cercando di rintracciare la stessa Sidney, che nel frattempo si è isolata dal mondo e vive sotto falso nome in un ranch sulle colline californiane, lavorando per un call center contro la violenza sulle donne. Richiamata dai delitti, e tormentata dal fantasma della madre, la ragazza si unirà agli amici Gale e Linus (oltre che al giovane detective Kincaid) per svelare i misteri del passato di Maureen e per tentare di scoprire l'identità del misterioso assassino: la sanguinosa resa dei conti avverrà nella villa del produttore John Milton (Lance Henriksen), per il quale Maureen aveva lavorato come attrice di film horror (te pareva!) negli anni settanta.
Anche se oggi è uscito un quarto episodio, all'epoca tutto – compreso il finale per una volta pacificante e rilassato – lasciava intendere che "Scream 3" fosse il capitolo conclusivo della saga di Craven e Williamson (quest'ultimo, impegnato in altri progetti, è accreditato solo come produttore e creatore dei personaggi: la sceneggiatura – più sbilanciata sul versante della satira e della commedia che su quello della violenza – è invece di Ehren Kruger, un cognome che peraltro evoca proprio incubi craveniani), e dunque i personaggi discettano a proposito dei "terzi capitoli di una trilogia". Il cinefilo Randy, ucciso nel film precedente, si ripresenta attraverso un filmato-testamento, registrato su videocassetta, per spiegare agli amici anche questa volta quali sono le regole da rispettare: negli episodi conclusivi delle trilogie, infatti, "si torna all'inizio della storia e si scopre che cose credute vere non lo erano affatto"; inoltre il killer si rivelerà quasi sovrumano, e per eliminarlo non basterà più sparargli o pugnalarlo; infine, chiunque potrà morire: anche il protagonista principale o i comprimari ai quali il pubblico si è più affezionato. Tutto è complicato dal fatto che esistono tre versioni diverse del copione di "Stab 3", dato che i produttori non volevano che il finale finisse su internet. "Tre versioni, tre personaggi diversi che devono morire... Chissà che versione ha letto il killer?".
Eppure, rispetto ai capitoli precedenti, c'è minor tensione: la colpa è forse da attribuire alla crociata contro i film violenti che all'epoca furoreggiava negli Stati Uniti, subito dopo la strage della Columbine High School. Ma i filmmaker si difendono, ripetendo (come in "Scream 2") che accusare la vita di imitare i film non ha senso (semmai è vero il contrario). Ghostface, come previsto da Randy, è più evanescente che mai, un vero e proprio fantasma, dotato fra l'altro dell'incredibile capacità di imitare le voci altrui (attraverso l'apparecchio che in precedenza gli consentiva solo di camuffare la propria voce al telefono). A questo proposito, telefoni e cellulari hanno un ruolo ingigantito, e vengono utilizzati in continuazione. Per gran parte della pellicola Sidney si mantiene defilata e i protagonisti sono Linus e Gale con i loro battibecchi amorosi: sullo schermo formano una coppia proprio come David Arquette e Courteney Cox facevano ormai nella vita: si erano sposati infatti nel 1999, e l'attrice è dunque accreditata come Courteney Cox Arquette. Mentre Liev Schreiber e Jamie Kennedy riprendono brevemente (per l'ultima volta?) i propri ruoli, le new entry del cast comprendono Patrick Dempsey (Kincaid), Parker Posey (Jennifer, che interpreta Gale Weathers in "Stab 3" ed è protagonista di divertenti duetti con la "vera" Gale), Emily Mortimer (Angelina, Sidney in "Stab 3", che sostituisce Tori Spelling) e Scott Foley (Roman, il regista di "Stab 3"). Esilaranti i cameo: su tutti quelli di Jay e Silent Bob (alias Jason Mewes e Kevin Smith), in visita agli studios, e di Carrie Fisher nei panni di Bianca Burnette, un'ex attrice che accusa la stessa Fisher di aver dormito con George Lucas per ottenere la parte della principessa Leia in "Guerre stellari".
4 commenti:
secondo me l'episodio più debole della saga, però comunque più che decente
Forse sì, e si vedono alcuni rimaneggiamenti in fase di sceneggiatura (come l'assenza di Sidney per gran parte della pellicola). Resta comunque una visione piacevole, con alcuni tocchi di classe (i camei, per esempio).
Scusa il commento fuori tema ma volevo segnalarti, se non lo conosci già, Troll Hunter (Trolljegeren) film norvegese del 2010. Piuttosto interessante.
Non lo conosco, grazie della segnalazione: proverò a recuperarlo. ^^
Posta un commento