Belladonna (Eiichi Yamamoto, 1973)
Belladonna (Kanashimi no Belladonna)
di Eiichi Yamamoto – Giappone 1973
animazione tradizionale
*1/2
Rivisto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.
Nella Francia medievale, una ragazza viene posseduta da un demone (dalla forma "fallica") e diventa una strega: finirà sul rogo. Pellicola sperimentale realizzata dalla Mushi Production di Osamu Tezuka (ma il maestro non è coinvolto nel progetto), dall'animazione minimalista e spesso assente (sono frequenti i disegni fissi, ai quali si sovrappongono voci, musica ed effetti sonori), un character design che guarda al fumetto francese degli anni '60 e '70 (la protagonista ha le fattezze di Brigitte Bardot, ma ricorda anche le varie "Barbarelle") e alla cultura pop degli stessi anni (alcune sequenze particolarmente psichedeliche, come quella dell'accoppiamento con il demone o quella della peste bubbonica, sembrano uscire da "Yellow Submarine" o dai cartoon di Bozzetto). In più c'è una fortissima dose di erotismo, con molte scene di sesso e di violenza, visto che il film faceva parte della serie "Animerama", pellicole rivolte a un pubblico adulto, l'equivalente animato dei contemporanei pink film. Artisticamente ambizioso, anche se in fondo non poi così originale e innovativo, il lungometraggio non centra però il bersaglio e si rivela noioso, pretenzioso e indisponente: fu un clamoroso insuccesso di pubblico e di critica, che forse contribuì al fallimento della casa di produzione. Più che un film, sembra un art book, peraltro senza nemmeno troppa coerenza di stile (ci sono personaggi realistici e altri caricaturali, delicate immagini ad acquarello e altre semplicistiche e schematiche). Una delle ispirazioni dichiarate è il libro illustrato "La Sorcière" (1862) di Jules Michelet.
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