Scream (Wes Craven, 1996)
Scream - Chi urla muore (Scream)
di Wes Craven – USA 1996
con Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette
***1/2
Rivisto in divx.
Nella tranquilla cittadina di Woodsboro, un serial killer mascherato semina il panico fra gli studenti del liceo locale. A essere presa di mira, in particolare, è la giovane Sidney Prescott, la cui madre Maureen era già stata uccisa un anno prima. Già creatore di una delle più fortunate saghe horror di tutti i tempi ("Nightmare"), Wes Craven si conferma un maestro del genere sfornando un intelligente esempio di metacinema che darà vita a sua volta a una nuova e popolare serie (è da poco uscito nelle sale il quarto capitolo) in grado di combinare elementi dello slasher, del giallo e della commedia. Autoreferenziale e autoironico ("Comincia a sembrare un film di Wes Carpenter", dice a un certo punto un personaggio, creando una buffa commistione fra i nomi dei registi di "Scream" e di "Halloween"), non si tratta di una semplice parodia (non cita scene di altre pellicole per prendersene gioco, come invece faranno per esempio i vari "Scary Movie", che proprio di "Scream" sono una degenerazione: e dire che "Scary Movie" era appunto il titolo di lavorazione del film di Craven) ma di un appassionato omaggio allo stesso genere cui appartiene, ovvero il filone dell'horror/slasher anni ottanta e novanta. Ne rilegge gli stilemi e gioca con i suoi cliché (la cittadina di campagna, l'ambientazione scolastica o giovanile, il killer in maschera), ma allo stesso tempo offre suspense, paura e divertimento fino all'ultima scena e riesce a creare situazioni e personaggi terrorizzanti che non sfigurerebbero nella galleria dei più significativi del genere: su tutti spicca naturalmente Ghostface, il killer con cappa nera, coltellaccio e maschera che ricorda l'Urlo di Munch (da cui il titolo del film, che fa riferimento anche alle cosiddette Scream queen, le reginette dei film dell'orrore), la cui vera identità rimane in dubbio fino alla fine, lasciando allo spettatore la possibilità di sospettare di ognuno (d'altronde, come viene spiegato, "c'è una formula standard, una formula semplicissima: sono tutti sospettati!"). La grande novità della pellicola, comunque, è quella di essere ambientata in un "mondo reale", dove i personaggi vedono i film horror e ne conoscono tutti i segreti, i luoghi comuni e gli stereotipi, sapendo dunque come ci si deve comportare in situazioni del genere. Memorabile, per esempio, il momento in cui uno dei personaggi (Randy, commesso in una videoteca ed esperto cinefilo con una passione particolare – inutile dirlo – per le pellicole dell'orrore) enuncia quali sono le "regole per sopravvivere in un film horror": non fare sesso (solo i vergini sopravvivono!), non ubriacarsi o drogarsi, e mai dire "Torno subito".
Craven si era già ampiamente tuffato nel metacinema con "Nightmare: Nuovo Incubo", il settimo film della saga di Freddy Krueger, dove si autocitava e ironizzava su sé stesso e sulla sua creatura: l'intera saga di "Scream" può essere considerata un ampliamento delle idee alla base di quella pellicola. Innumerevoli sono dunque le strizzatine d'occhio cinefile: i personaggi citano film come "Halloween", "Venerdì 13", "Carrie", "La casa", lo stesso "Nightmare" ("Ma solo il primo dava i brividi, i successivi non valevano niente!") e attori (disquisisendo su icone del genere come Jamie Lee Curtis, la scream queen per eccellenza), esprimono concetti metacinematografici ("Tutta la vita è un film, solo che non puoi scegliere il genere"; "Se questo fosse un film horror, sarei il primo sospettato") e derivano per l'appunto le proprie regole di comportamento dagli stessi film di cui sono appassionati, come se la storia che stanno vivendo fosse una sceneggiatura cinematografica ("Non devi mai chiedere 'Chi è?', non li vedi i film dell'orrore? Tanto vale chiedere di morire"). Ma c'è anche spazio per una difesa dell'horror da chi lo accusa di traviare i giovani: "Non dare la colpa al cinema. I film non fanno nascere nuovi pazzi, li fanno solo diventare più creativi!". L'intuizione di questo particolare approccio, così come gran parte del merito del risultato finale, è dello sceneggiatore Kevin Williamson, che in seguito ripeterà l'operazione con "The Faculty" di Robert Rodriguez, dove sostituirà al cinema dell'orrore quello della fantascienza degli anni cinquanta. Da notare che il successo di "Scream" contribuirà a ridare vigore e popolarità proprio allo slasher adolescenziale, genere che all'epoca molti davano ormai per finito e che negli anni immediatamente successivi ha ripreso quota con titoli come "So cosa hai fatto" o "Final destination".
Da cult l'incipit con Drew Barrymore nei panni della prima vittima del killer, che le telefona per mettere alla prova la sua conoscenza riguardo agli horror classici ("Come si chiamava l'assassino di Venerdì 13?"), una scena ansiogena e magistrale che sarà a sua volta citata e parodizzata più volte in altre pellicole (compreso gli "Scream" successivi!). Il tema del killer che telefona alle sue vittime prima di ucciderle, fra l'altro, rimarrà uno dei tratti più caratteristici di tutta la serie ("Qual è il tuo horror preferito?", è la sua domanda tipica). Ma tutto il roster dei personaggi di questo primo capitolo è ricchissimo: molti fanno naturalmente una brutta fine, mentre altri riusciranno a sopravvivere e saranno pronti a tornare nei sequel ("Dobbiamo sopravvivere per fare il seguito!", dicono alcuni esplicitamente): a fianco alla protagonista Sidney (Neve Campbell, nel ruolo più celebre della sua carriera) spiccano l'ambiziosa reporter d'assalto Gale Weathers (Courteney Cox) e il vicesceriffo bamboccione Dwight "Linus" Riley (David Arquette), il cui soprannome nella versione originale è "Dewey". Da notare che la Cox e Arquette, conosciutisi proprio sul set di "Scream", si sposeranno nel 1999, esattamente come saranno destinati a fare i loro personaggi: un altro esempio di vita reale che imita la finzione cinematografica. Completano il cast Skeet Ulrich (Billy, il tenebroso boyfriend di Sidney), Rose McGowan (l'amica Tatum), Matthew Lillard (lo sciroccato Stuart), Jamie Kennedy (il nerd Randy) e – in un gustoso cameo non accreditato – Henri Winkler nei panni del preside del liceo di Woodsboro, per ironia della sorte (stiamo pur sempre parlando di Fonzie!) insofferente alle intemperanze dei giovani e protagonista di un'imperdibile gag con il bidello Freddie Krueger. Geniale, nella sua assurdità, la trovata della videocamera che riprende la festa e invia le immagini con un ritardo di 30 secondi, impedendo a chi le guarda di scoprire cosa accade in tempo reale, così come sono al contempo terrorizzanti e comiche le colluttazioni dell'impacciato assassino con le sue vittime, durante le quali si sprecano botte e capitomboli. La colonna sonora di Marco Beltrami è impreziosita da un brano di Nick Cave ("Red right hand") che a sua volta diventerà una costante dell'intera serie.
2 commenti:
nella mia storia del cinema personale.
forse il mio horror preferito in assoluto: grandioso, ironico e geniale!
Anche a me piace molto come vedi! ^^
Per me il miglior horror resta "Shining", ma "Scream" è davvero una gemma nel sottogenere dello slasher adolescenziale, sicuramente migliore di molti dei film cui si ispira!
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