Terminator 3: Le macchine ribelli (J. Mostow, 2003)
Terminator 3: Le macchine ribelli (Terminator 3: Rise of the Machines)
di Jonathan Mostow – USA 2003
con Arnold Schwarzenegger, Nick Stahl
**1/2
Rivisto in DVD.
John Connor credeva di essere riuscito a scongiurare l'avvento del "giorno del giudizio" (ovvero il momento in cui la rete informatica Skynet avrebbe sviluppato l'autocoscienza e lanciato un attacco nucleare contro l'umanità, dando inizio alla rivolta delle macchine), ma in realtà lo aveva solo rinviato. Dieci anni dopo gli eventi di "Terminator 2", un nuovo cyborg proveniente dal futuro (questa volta di aspetto femminile: la terminatrix T-X) giunge per dare la caccia a lui e a coloro che diventeranno i suoi luogotenenti, compresa la veterinaria Kate Brewster, sua futura moglie e braccio destro. Proprio Kate ha inviato a sua volta indietro nel tempo un altro Terminator, riprogrammato per proteggere John e sé stessa e assicurarsi che sopravvivano al disastro nucleare. Forse non c'era bisogno di nuovi capitoli della saga (come dimostra il mancato coinvolgimento di Cameron), ma almeno il semisconosciuto Mostow non stravolge lo spirito dell'originale e riesce addirittura a rimediare ai "danni" del secondo capitolo, rimettendo la storia su binari più stabili e correggendo alcuni paradossi temporali (creandone però di altri: come fa il cyborg "buono" a essere già dotato di senso dell'umorismo e addestrato a non fare vittime umane?). Anche se è ambientato tutto in un solo giorno, la struttura del film ricalca da vicino quella dei due lungometraggi precedenti, e in particolare quella di "Terminator 2", con tanto di caccia all'uomo e lotta fra due androidi (con quello cattivo più avanzato e dotato di capacità mimetiche). Certo, il film non ha lo stesso impatto degli primi due episodi, e da un punto di vista tecnico e artistico il confronto con le pellicole di Cameron risulta tutto a suo svantaggio: è più semplice e lineare, meno ambizioso e sofisticato, e punta solo a intrattenere il pubblico (riuscendoci peraltro abbastanza bene) senza innovare od offrire particolari suggestioni (bello comunque il finale apocalittico). Eppure è salvato da una buona dose di ironia (l'arrivo di Schwarzenegger parodizza quelli dei primi due film: esilarante la scena in cui inforca i frivoli occhiali dello stripper di un locale per sole donne) e da alcune adrenaliche sequenze d'azione (su tutte l'inseguimento con l'autogru che devasta l'intera strada). L'unico attore a tornare dagli episodi precedenti, oltre a Schwarzy, è Earl Boen, lo psicologo della polizia che fa una breve comparsata. Linda Hamilton è invece assente: apprendiamo infatti che Sarah Connor è morta, e che da allora John si è dato alla fuga da sé stesso e dalle sue responsabilità. Deludente, tutto sommato, Kristanna Loken nei panni della Terminatrix: peccato, perché l'idea di un'antagonista femminile era buona (divertente l'espressione orgasmica che assume quando si rende conto che il suo bersaglio primario, ossia John Connor, è nelle vicinanze), mentre Nick Stahl e la simpatica Claire Danes in quelli di John e Kate non lasciano particolare impressione (tanto che nel quarto film verranno entrambi sostituiti da altri attori). Per Schwarzy, che ormai inizia a mostrare i suoi anni (i muscoli sono frutto della computer grafica!), è stato l'ultimo ruolo da protagonista prima di dedicarsi alla politica e diventare governatore della California. Curiosa una citazione da "Commando" ("Hai detto che mi lasciavi andare!" – "Ho mentito"). La scena in cui Schwarzy porta sulla spalla la bara di Sarah Connors, piena di armi, potrebbe invece essere un omaggio a "Django". Nella base militare dove viene risvegliata Skynet si possono ammirare i prototipi dei velivoli robotici che le macchine useranno nel futuro e persino degli stessi Terminator (naturalmente il modello è T-1!): e in una scena tagliata, Schwarzy interpreta un sergente dell'esercito le cui fattezze verranno prese a modello per la costruzione dei futuri robot.
4 commenti:
Una incongruenza nel finale che mi hanno fatto notare è questa: il T-800 nel corso della vicenda si libera di una delle sue due batterie danneggiate, causando una violenta esplosione.
Nel finale sconfigge la terminator terminatrix T-X togliendosi la seconda batteria e infilandogliela in bocca, causando una nuova devastante esplosione.
Tuttavia la rimozione della seconda batteria avrebbe dovuto paralizzarlo all'istante.
È vero… ma forse aveva una batteria ausiliaria (anche perché le due principali erano collocate l’una a fianco dell’altra, nello stesso punto, una scelta di design poco sicura).
(Tra parentesi, quello di questo film è un T-850, non un T-800: forse per questo ha più senso dell'umorismo, la pelle più vecchia, e batterie che esplodono se danneggiate ^^).
In ogni caso nel film ci sono molti altri possibili errori: la terminatrix, ormai già mezza “sciolta” dal campo magnetico, che riesce a tirare fuori la sega rotante ancora funzionante; o che controlla le automobili a distanza dopo essere entrata nei computer di bordo, anche se freni e acceleratore andrebbero controllati meccancamente; il Terminator che pesa una tonnellata, e dunque dovrebbe avere qualche difficoltà a guidare una moto o un furgoncino; ecc. ecc.
L’incongruenza maggiore, però, mi pare che riguardi Skynet. Qui sembra che sia già autocosciente e malevola, tanto che si infiltra come un virus in tutte le reti civili, e attende solo l’autorizzazione a penetrare nelle reti militari per scatenare prima i robot della base e poi sferrare l’attacco nucleare (ma dopo un’oretta, in modo da dare a John e Kate il tempo di portarsi in salvo!). Nei precedenti film si diceva invece che Skynet aveva sviluppato l’autocoscienza solo DOPO che gli era stato affidato il completo controllo della sicurezza del paese, e che aveva sferrato l’attacco solo quando gli uomini, resosi conto del pericolo, avevano cercato di disattivarla. Forse però le cose vanno diversamente perché nel secondo film Sarah e John hanno cambiato la linea temporale, e la Skynet nata nel 2004 è diversa da quella che sarebbe stata sviluppata nel 1997…
Sembra che questi film, pur spettacolari, chiedano di essere "smontati" pezzo per pezzo. D'altronde dovrebbe essere intrattenimento, eppure ogni tanto escono seguiti e serie che cercano il pelo nell'uovo per la credibilità. Hai ragione, dovevano fermarsi ai primi film.
Proprio così: in effetti i vari sequel si godono di più se giudicati "a sé stanti", senza fare confronti o collegamenti con gli episodi precedenti, da cui nascono solo delusioni o contraddizioni...
Posta un commento