Le dernier combat (Luc Besson, 1983)
Le dernier combat - L'ultima battaglia (Le dernier combat)
di Luc Besson – Francia 1983
con Pierre Jolivet, Jean Bouise, Jean Reno
**1/2
Rivisto in DVD.
In un brutale mondo post-apocalittico, il deserto ha reclamato le città e i pochi sopravvissuti si isolano nei palazzi in rovina o lottano fra loro. Nessuno è più in grado di parlare (si comunica solo a gesti), il denaro non ha più valore (c'è chi usa dita umane mozzate come moneta) e l'acqua, il cibo o un riparo – per non parlare delle donne – sono diventati lussi per i quali battersi fino alla morte. Dopo essere fuggito da una tribù di "neo-selvaggi" a bordo di un rudimentale aeroplano, per alimentare il quale aveva rubato loro una preziosa batteria di automobile, un uomo (Jolivet, anche co-sceneggiatore) trova ospitalità presso un anziano dottore (Bouise) che si è barricato in quella che un tempo era la propria clinica (sulle cui pareti dipinge graffiti rupestri) e lo aiuta a difendersi dagli assalti di un bruto (Reno) che vorrebbe appropriarsi della donna che il medico custodisce gelosamente. Il primo lungometraggio di Besson, girato in grande economia, è un B-movie con ambizioni d'autore (è in bianco e nero e fa completamente a meno dei dialoghi, rendendo ancora più enigmatiche le azioni e le intenzioni dei personaggi: resta comunque il dubbio che si tratti solo di un esercizio di stile) che sviluppa lo spunto del precedente cortometraggio "L'avant dernier" ispirandosi anche all'immaginario fumettistico di riviste come "Métal Hurlant" e alla saga cinematografica di Mad Max. Se storia e personaggi non hanno particolare sostanza, il film colpisce comunque per l'impatto visivo e la cura formale di regia e fotografia, e offre diversi buoni momenti (la pioggia di pesci, il nano imprigionato e costretto a calarsi nelle fogne per recuperare acqua potabile, gli scontri fra Jolivet e Reno con lance e armature improvvisate che ricordano i cavalieri medievali). La prima volta, a dire il vero, l'avevo trovato un po' noiosetto: alla seconda visione mi è piaciuto di più. Come capita spesso nei primi film di Besson (vedi anche "Le grand bleu"), Jean Reno interpreta il ruolo dell'antagonista grosso e cattivo, in contrapposizione a un protagonista furbo e piccoletto.
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