La sposa turca (Fatih Akin, 2004)
La sposa turca (Gegen die Wand)
di Fatih Akin – Germania/Turchia 2004
con Birol Ünel, Sibel Kekilli
***
Rivisto in DVD, con Giovanni, Rachele, Ginevra, Ilaria e Giuseppe.
Quarto lungometraggio di Akin, è il film che ha dato al regista turco-tedesco la notorietà internazionale (ha vinto, fra l'altro, l'Orso d'Oro al festival di Berlino), segnalandolo come uno dei talenti europei più interessanti degli ultimi anni. Si svolge ad Amburgo, la città natale del regista, e ha come protagonisti due dei tantissimi turchi che vivono in Germania: ma non si tratta di una pellicola a sondo sociale o su temi come l'immigrazione e la multietnicità, bensì della storia di una risalita dall'inferno, con la descrizione di due personaggi alla disperata ricerca della felicità e dell'equilibrio personale. Il quarantenne Cahit e la ventenne Sibel si conoscono infatti in una clinica, dove sono entrambi ricoverati dopo aver tentato il suicidio: lui per sfuggire a un doloroso passato, lei come sfida verso i genitori tradizionalisti che le impediscono di uscire e divertirsi. La ragazza chiede all'uomo di sposarla, un matrimonio di comodo per poter lasciare la casa di famiglia e permettersi quello che più le piace: l'alcol, il fumo, la droga e il sesso. Ma la convivenza fra i due li porterà pian piano ad avvicinarsi. Proprio quando Cahit sembra aver finalmente superato il proprio rifiuto della vita, però, finirà in carcere per aver ucciso accidentalmente un amico. Nel frattempo Sibel si trasferirà a Istanbul, dove troverà la pace con un nuovo compagno. Uscito di galera, Cahit si recherà a cercarla, ma Sibel saprà resistere alla tentazione di fuggire con lui e all'uomo non resterà che partire per la propria città natale e tornare alle proprie radici. Attraverso due vite, due mondi, due paesi e due esistenze, il film mostra un percorso difficile e pieno di ostacoli: Sibel e Cahit passano rispettivamente dalla trasgressione e dall'autodistruzione a una nuova consapevolezza della propria vita. Molto belli e incisivi i volti dei due protagonisti, e notevole la colonna sonora. Il titolo originale significa "Contro il muro", con riferimento agli istinti suicidi dei due protagonisti.
10 commenti:
Penso che al più presto ti chiederò qualche film di Akin.
Dopo aver visto Soul Kitchen, un film valido ma con qualche concessione di troppo a quel buonismo hollywoodiano di cui faccio volentieri a meno, questo regista mi incuriosisce parecchio.
Probabilmente questo, e soprattutto "Ai confini del paradiso", ti piaceranno di più. Comunque sì, è un regista interessante e da tenere d'occhio.
Vero Christian, anche se credo che questo sia il suo più bello; un film intenso e sentito, in cui il Rourke del Bosforo e la ex-pornostar se la cavano benissimo. L'aspetto sociale e quello intimo dell'amore son ben miscelati senza facili trucchetti.
Missile
Un film bello a vedersi, pieno di trasporto emotivo per lo spettatore sin dalla prima scena - condito da scene forti, a volte violente e a volte passionali.
Debbo dire sinceramente che però questo eccesso di pathos esaurisce un po' l'esperienza e il ricordo profondo del film, come un fuoco di paglia, concentradolo solo durante la mera visione: dopo non mi è rimasto molto, se non ricordi di scene "buie con sfumature di rosso" (che a volte fanno contrasto con le splendide giornate di sole di Istanbul).
Giudizio tuttavia positivo, ma non ha la finezza e la profondità di Kitano nell'affrontare temi struggenti.
Diamogli una seconda possibilità!
Giovanni
Missile: Era una ex pornostar? Non lo sapevo... Comunque, mi piace. Viso particolare, bella donna! Entrambi gli attori sono sicuramente fra i punti di forza del film, si vede che "sentono" molto i personaggi.
Giovanni: Io ne ho apprezzato l'intensità e la sincerità: non è così scontato puntare sul pathos e sui sentimenti senza risultare ricattatorio o stucchevole. Anziché con Kitano (un paragone che metterebbe in ginocchio chiunque), prova a paragonarlo con Ozpetek, invece (così è un confronto fra "turchi", sia pure emigrati), e vedi se non ne esce vincitore. ^^.
Sì Christian, pare proprio fosse una pornostar; sta di fatto che è molto brava, così come lui.
@Giovanni: beh dai chiunque ne uscirebbe con le ossa a pezzi nel confronto con Kitano. Io trovo invece che il film è abbastanza penetrante e vissuto, una storia insomma che non passa senza lasciare traccia. :)
Missile
No dai, Autori che reggono il confronto con Kitano ce ne sono eccome.
Ne cito uno su tutti perchè di lui non si parla quasi mai: lo straordinario Tsai Ming-Liang.
Attenzione non ho detto che sia "meglio" o "peggio" ma che il confronto lo regge eccome.
Ovvio Martin ;) mi sono espresso male io, d'altronde fare classifiche è impossibile e tutto sommato pensare a come fosse stato un film se lo avesse diretto un altro anche.
Di fatto Akin è senz'altro un bravo regista e questo lavoro lo dimostra in pieno.
Missile
Da spettatrice di utenza media, a distanza di soli 3 giorni dalla visione lo sto già cancellando.
Non lascia traccia se non scene di violenza. Il mio commento? Anchenò!
Ilaria: Mi dispiace che non ti abbia colpito più di tanto, ma d'altronde – come si dice – non tutto deve piacere a tutti! ^^
Visto che ti sono rimaste impresse le scene di violenza, vorrei però sottolineare che non mi sono parse gratuite ma funzionali allo sviluppo dei personaggi. L'aggressione a Sibel nella via di Istanbul, per esempio, è dai lei cercata e "voluta", come un modo per suicidarsi. Fa il paio con la scena iniziale di Cahit che va con la macchina "contro il muro" (gegen die Wand).
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