17 febbraio 2010

I diabolici (Henri-Georges Clouzot, 1955)

I diabolici (Les diaboliques)
di Henri-Georges Clouzot – Francia 1955
con Véra Clouzot, Simone Signoret
***1/2

Rivisto in DVD, con Giovanni, Rachele, Ilaria, Monica e Giuseppe.

Cristina, direttrice di un collegio per ragazzi, progetta l'omicidio del suo tirannico marito insieme a Nicole, insegnante nell'istituto ed ex amante dell'uomo. Non senza qualche difficoltà, le due donne portano a termine quello che sembrerebbe un delitto perfetto: ma il corpo della loro vittima, anziché essere ritrovato nella piscina come avevano previsto, scompare nel nulla. E altri eventi misteriosi cominciano a verificarsi, mettendo a dura prova i nervi delle due complici, scosse dal terrore e da crescenti sensi di colpa.

"Non siate diabolici! Non distruggete l'interesse che i vostri amici potrebbero nutrire per questo film. Non raccontate loro quello che avete visto": così recita il cartello che conclude la pellicola e che pregava gli spettatori dell'epoca di non svelare il finale e i colpi di scena ai quali avevano appena assistito. Forse a un pubblico odierno, più smaliziato e abituato ai twist ending, il film di Clouzot può fare meno effetto. Ma all'epoca la pellicola destò sensazione, e ancora oggi rimane uno dei migliori thriller e noir francesi del dopoguerra, che punta tutte le sue carte sull'atmosfera di dubbio e di tensione che riesce abilmente a costruire (motivo per cui gli si possono perdonare alcune implausibilità nella trama) attraverso una sceneggiatura che si dipana lentamente seminando falsi indizi e false aspettative, il ricorso ai più oliati meccanismi di costruzione della suspense e una vibrante fotografia in bianco e nero quasi espressionista che trasforma in un luogo da incubo i corridoi e le stanze del collegio. Ogni dettaglio e ogni personaggio, anche minore, concorre a dar forma a un mosaico di inquietudine e di angoscia, oscuro e torbido come l'acqua della piscina della scuola (acqua che, fra l'altro, è un tema ricorrente nel film: dalle immagini della pioggia sull'asfalto che aprono la pellicola alla vasca da bagno nella quale viene immerso il cadavere). Fondamentale la trovata di costringere lo spettatore a identificarsi con le due assassine, ritratte non senza ambiguità morali: Nicole (una Signoret statuaria e dominatrice) è fredda e impenetrabile, ma anche la più fragile, sottomessa e religiosa Cristina, che soffre di problemi cardiaci (impersonata da Vera Clouzot, moglie dello stesso regista e scomparsa cinque anni più tardi – coincidenza inquietante! – per un attacco di cuore), in fondo non esita più di tanto a diventare complice dell'omicidio del marito fedifrago. Quest'ultimo è il caratterista Paul Meurisse, mentre il personaggio del detective impiccione, interpretato da Charles Vanel, può ricordare un tenente Colombo ante litteram. Degna di nota la colonna sonora, o meglio la sua assenza: a parte la musica che si sente sui titoli di testa e di coda, infatti, le scene di maggior tensione sono accompagnate da un silenzio angosciante. Il titolo italiano, con il senno di poi, è ben più rivelatore di quello originale. Pare che anche Alfred Hitchcock volesse trarre un film dal romanzo "Celle qui n'était plus" di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, ma venne preceduto per poche ore da Clouzot nell'aquisto dei diritti: si rifece con "La donna che visse due volte" (anch'esso tratto da un libro di Boileau e Narcejac). Nel 1996 ne è stato realizzato un brutto remake made in USA, "Diabolique", con Sharon Stone e Isabelle Adjani.

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