9 febbraio 2010

La cosa giusta (M. Campogiani, 2009)

La cosa giusta
di Marco Campogiani – Italia 2009
con Paolo Briguglia, Ennio Fantastichini
**1/2


Eugenio, agente di polizia alle prime armi ma avviato a una carriera brillante e con un matrimonio e una laurea in vista, viene dapprima incaricato di sorvegliare di nascosto (insieme a Duccio, un collega più anziano ed esperto) un immigrato tunisimo sospettato di fiancheggiare alcuni terroristi internazionali, e poi – dopo che l'uomo si è accorto del pedinamento ed è entrato in contatto con i due poliziotti – addirittura di fargli da scorta. La vicinanza con l'indecifrabile Khalid porterà Eugenio a simpatizzare con lui, complice anche una certa sensibilità verso la sua cultura d'origine (ha studiato e parla perfettamente l'arabo), il desiderio di comprendere il "diverso" e l'insofferenza verso pregiudizi e prevaricazioni. Ma ne farà le spese, scoprendo che ci sono barriere che la società non permette di oltrepassare. Il primo lungometraggio di Campogiani (ispirato a un fatto di cronaca reale) è un poliziesco atipico e interessante, con toni più da commedia amara che da cinema di denuncia, e che fugge dai luoghi comuni del genere: anziché sull'esasperazione drammatica della vicenda, con sequenze d'azione o colpi di scena rivelatori (fino alla fine si rimane con il dubbio se Khalid sia innocente o colpevole), punta sulla rappresentazione di una realtà complessa e sfaccettata, sulla caratterizzazione dei personaggi e soprattutto sui rapporti che intercorrono fra loro. I protagonisti vorrebbero instaurare relazioni "umane", ma sono prigionieri dei rispettivi ruoli professionali e sociali, che li trasformano in ingranaggi di un meccanismo inesplicabile e sfuggente. Il giovane Eugenio si illude che l'amicizia e la simpatia possano aiutare a uscire da questi compartimenti stagni, mentre il più navigato e pratico Duccio si fa meno illusioni, a costo di apparire più cinico di quanto non sia. E il confronto finale fra i due all'aeroporto di Tunisi non può che essere foriero di nuovi dubbi, nonostante i personaggi siano avvolti in una luce calda che contrasta col clima freddo di Torino, dove si svolge gran parte della storia. Ottima la confezione e bravi gli attori: su tutti mi sono piaciuti Fantastichini (nei panni di Duccio) e Camilla Filippi (la fidanzata e poi moglie di Eugenio).

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