Tra le pietre grigie (K. Muratova, 1983)
Tra le pietre grigie (Sredi serykh kamnej)
di Kira Muratova – URSS 1983
con Igor Shaparov, Oksana Shlapak
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Visto in divx, in originale con sottotitoli.
Un severo giudice, ossessionato dalla morte della moglie, si trasferisce con i figlioletti in una fatiscente villa di campagna che un tempo era appartenuta a un conte. Attorno alla casa, nei giardini e fra le rovine di un'antica chiesa, si aggira un gruppo di vagabondi, folli e straccioni: fra loro, oltre a ex generali, aristocratici e intellettuali che ormai sopravvivono rubando e mendicando, ci sono anche quelli che un tempo erano i servitori del conte. Vasya, il figlio del giudice, stringe amicizia con il giovane Valek e con la piccola Marusia, una bambina che ben presto si ammala perché "le pietre grigie succhiano la vita". Con lentezza tarkovskiana, la pellicola affronta temi di natura sociale quali il contrasto fra povertà e rispetto della legge, l'onestà e la necessità, la proprietà e il furto, il destino e le differenze di classe, con i bambini pronti a superare le barriere che tengono invece separati i mondi degli adulti. Proprio il piccolo Vasja, che ruba la bambola della sorella per donarla alla febbricitante Marusia, favorirà una sorta di comprensione fra i senzatetto e il giudice, e aiuterà anche il padre a scuotersi dal suo torpore. Girato presso Odessa, il film avrebbe subito forti tagli da parte della censura dell'URSS, al punto che la Muratova ha fatto togliere il proprio nome dai titoli sostituendolo con lo pseudonimo di Ivan Sidorov. Ma oggi la critica alla società sovietica pare meno interessante degli aspetti puramente cinematografici, immagini e atmosfere comprese. Dopo una prima mezz'ora snervante e difficile da seguire, il film cresce di significato e di intensità: però non mi ha lasciato con la voglia di recuperare altri lavori della regista. Belle comunque le scene dove la bambina abbraccia la bambola, con l'una che è quasi una copia dell'altra.
2 commenti:
ho sindrome astenica da anni, ma non mi è mai venuta abbastanza voglia di vederlo.
Io non avevo mai visto nulla di suo. Mi sa che è un tipo di cinema che al primo approccio può lasciare perplessi (come nel mio caso), ma che forse dopo ripetute visioni si può arrivare ad apprezzare pienamente...
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