Le petit soldat (J.L. Godard, 1960)
Le petit soldat
di Jean-Luc Godard – Francia 1960
con Michel Subor, Anna Karina
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Visto in DVD, in originale con sottotitoli.
Bruno, disertore e fotoreporter francese, si rifugia a Ginevra dove entra in contatto con un gruppo terrorista anti-algerino. Incaricato di uccidere un commentatore della radio svizzera sospettato di simpatie filo-arabe, dapprima si rifiuta e poi non riesce a eseguire l'ordine per una serie di coincidenze. Braccato dai suoi stessi compagni che lo ritengono un traditore, e innamorato di una ragazza (l'esordiente Anna Karina) che simpatizza per il FLN, viene rapito e torturato da un commando algerino e infine accetta di portare a termine la missione assegnatagli. Il finale, cinico e sbrigativo, convince poco. Ambientato in una Svizzera mai così neutrale e ovattata (Godard sopprime persino i rumori ambientali, lasciando spazio soltanto alla voce fuori campo dei pensieri del protagonista e alla musica di sottofondo), il secondo lungometraggio del regista risulta distante e incerto, e fece scalpore soprattutto per aver osato affrontare il tema della guerra in Algeria, quasi tabù per il cinema francese (fra le poche eccezioni, "Muriel" di Resnais prima e "Niente da nascondere" di Haneke poi). Mentre i censori francesi ne vietarono l'uscita fino al 1963 in quanto ritenuto filo-algerino, la critica militante di sinistra lo accusò per la rappresentazione della tortura da parte degli arabi oppressi e per la mancanza di una decisa presa di posizione. In effetti il protagonista è ambiguo, ideologicamente confuso e tutt'altro che convinto. Sembra interessarsi più di arte (discute di pittura e di musica classica) che di politica, e si dichiara contro tutti i nazionalismi. Interessanti alcuni dialoghi sulla realtà e sul cinema ("La fotografia è la verità, e il cinema è la verità 24 volte al secondo"). Primo di una lunga serie di film politici di Godard, contribuì a infrangere la convinzione che la Nouvelle Vague non sapesse o volesse affrontare temi di attualità (Godard disse: "si rimprovera alla Nouvelle Vague di mostrare solo gente a letto; voglio mostrare adesso gente che fa politica e che non ha tempo di andare a letto").
1 commento:
Alla domanda se nel suo personaggio (Bruno)l'interno è visto dall'esterno Godard rispose "Secondo me l'interno è visto dall'interno. Bisogna stare con lui, vedere le cose dal suo punto di vista, a mano a mano che viene raccontata la storia esterna". (In Godard "Il cinema è il cinema"). Altro film che come hai detto fece molto discutere. Grazie e a presto.
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