Flags of our fathers (C. Eastwood, 2006)
Flags of our fathers (id.)
di Clint Eastwood – USA 2006
con Ryan Phillippe, Jesse Bradford
**1/2
Visto in DVD, con Albertino e Ghirmawi.
Mi ero perso al cinema il primo film del dittico di Eastwood sulla battaglia di Iwo Jima (avevo visto soltanto il secondo, lo splendido "Lettere da Iwo Jima", che legge l'episodio dal punto di vista dei giapponesi), e dunque l'ho recuperato solo adesso in DVD. Più che i temi classici della guerra, il film affronta quelli della propaganda e della percezione dell'eroismo, mettendo in dubbi i valori patriottici in favore di quelli dell'amicizia e del rapporto fra commilitoni. Al centro della pellicola c'è la celebre fotografia di Joe Rosenthal che immortalava sei soldati nell'atto di innalzare la bandiera americana sull'isola giapponese: tre di loro morirono in battaglia poco dopo, mentre i restanti tre (due marines, uno dei quali indiano, e un infermiere della marina) vennero fatti rientrare negli Stati Uniti per intraprendere un tour di apparizioni pubbliche a sostegno della campagna di raccolta fondi per proseguire lo sforzo bellico. La fotografia divenne infatti istantaneamente un simbolo dell'eroismo militare americano e impressionò profondamente l'opinione pubblica, aumentando la fiducia e il coinvolgimento nella guerra. In realtà, gran parte delle convinzioni riguardo alla foto erano errate: non era stata issata al termine della cruenta battaglia, per esempio, ma quasi al suo inizio. E non era nemmeno la prima bandiera a essere issata, ma la seconda. Eastwood lo racconta con una struttura scomposta, che alterna scene e ricordi della battaglia con momenti del tour propagandistico negli Stati Uniti, il tutto narrato retrospettivamente dal figlio di uno dei protagonisti che, ai giorni nostri, scrive un libro sull'argomento (ed è proprio da questo libro che il film è tratto). Meno intenso e struggente del film gemello (col quale ha in comune la disumanizzazione della battaglia: i nemici non si vedono praticamente mai), "Flags" è comunque interessante nell'affontare temi solitamente poco usuali per un film di guerra e per l'accuratezza nel descrivere la nascita di un'icona come la storica fotografia di Rosenthal.
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