21 ottobre 2017

Roma a mano armata (Umberto Lenzi, 1976)

Roma a mano armata
di Umberto Lenzi – Italia 1976
con Maurizio Merli, Tomas Milian
**1/2

Rivisto in divx, per ricordare Umberto Lenzi.

Il commissario Tanzi della squadra mobile di Roma, un duro dai modi spicci e che mal digerisce le attenuanti sociali e i cavilli legali che riportano in libertà i criminali che arresta (paradossalmente, o forse non tanto, la sua compagna Anna (Maria Rosaria Omaggio) fa la consulente psicologica per il tribunale dei minori, e proprio le sue perizie svolgono un ruolo chiave nel rimettere in liberta i giovani delinquenti), dà disperatamente la caccia al gangster "marsigliese" Ferrender. Per rintracciarlo, tiene d'occhio alcuni dei suoi complici, come il rapinatore Savelli (Biagio Pelligra) e soprattutto il "gobbo" Moretto (Tomas Milian), che si rivelerà essere l'avversario più pericoloso. Ispirato a "Roma violenta" di Marino Girolami, uscito l'anno prima e di cui riprende lo schema e i temi (oltre che il protagonista, il commissario interpretato da Maurizio Merli, anche se qui si chiama Tanzi e non Betti), è il film che ha lanciato Lenzi come uno dei maestri del poliziottesco all'italiana (anche se il regista aveva già girato thriller e noir urbani come "Milano odia: la polizia non può sparare" e "Il giustiziere sfida la città"), nonché la summa di tutto il genere: un film violento e dall'atmosfera tesa, ben girato (sin dalla sequenza di apertura, una soggettiva in auto per le strade di Roma, con la macchina da presa che si sofferma sulle insegne delle banche e gli istituti di credito, per proseguire con scene d'azione e inseguimenti spettacolari), che sfrutta ampiamente l'ambientazione capitolina (di cui mostra vari scorci e quartieri periferici), un buon cast (Giampiero Albertini è Caputo, il vice di Tanzi; Arthur Kennedy è il questore; Luciano Catenacci è il faccendiere Gerace; e ci sono anche Ivan Rassimov e Gabriella Lepori). Il plot a tratti pare sfilacciarsi, con diversi episodi – molti dei quali ispirati a fatti di cronaca reali – e sottotrame non strettamente legate fra loro (Tanzi, che a un certo punto per via dei suoi metodi viene "retrocesso" dai superiori all'ufficio licenze, continua a ritrovarsi "per caso" sempre in mezzo all'azione, opposto a giovani delinquenti, bande di violentatori, pazzi drogati o spietati rapinatori), anche se il finale riesce poi a tirare le fila di tutto. Fondamentale la presenza di Tomas Milian (che con Lenzi, quello stesso anno, creerà il personaggio di "Er Monnezza"), indimenticabile criminale proletario e deforme, dissacrante e carismatico, che lavora al mattatoio e ha sempre la battuta pronta, anche per merito del doppiaggio di Ferruccio Amendola. Per gran parte del pubblico, nel vederlo contrapposto a un commissario inflessibile e giustizialista, veniva spontaneo fare il tifo per lui (forse anche per questo fra Merli e Milian, sul set, c'era una forte rivalità). Nonostante qui muoia, il personaggio ricomparirà nel successivo "La banda del gobbo", dove si rivelerà essere il fratello der Monnezza. Il commissario Tanzi, invece, tornerà ne "Il cinico, l'infame, il violento" (sempre insieme a Milian). Belle le musiche di Franco Micalizzi. Il nome del marsigliese Ferrender è ispirato a quello di un vero gangster dell'epoca, Jacques Berenguer.

3 commenti:

MikiMoz ha detto...

Trovo oggi questo blog, peraltro mio coetaneo, e mi accoglie con IL poliziottesco per antonomasia.
Forse il mio preferito perché classico.
Hai detto tutto, questo film è la summa, ha tutto. Scene che richiamano il massacro del Circeo, inseguimenti, polizia con le mani legate, quel sottile nichilismo del commissario.
Il top.

Moz-

Christian ha detto...

Grazie del commento, ricambierò la visita!
Personalmente preferisco di più quando il genere vira verso il noir (come in "Milano calibro 9" di Di Leo, per esempio), ma questo film l'ho apprezzato parecchio. Non solo perché è appunto un classico, ma perché è girato e interpretato con energia ed è pieno di spunti, rivoli, personaggi interessanti.

MikiMoz ha detto...

Sì, i film di Di Leo sono più noir, assolutamente.
Questo è più "sprint", sicuramente commerciale, ma perfetto come punto cardine del poliziottesco.
L'altro, secondo me, è Milano Odia.

Moz-