11 giugno 2011

Le nevi del Kilimangiaro (R. Guédiguian, 2011)

Le nevi del Kilimangiaro (Les neiges du Kilimandjaro)
di Robert Guédiguian – Francia 2011
con Jean-Pierre Darroussin, Ariane Ascaride
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Visto al cinema Apollo, in originale con sottotitoli (rassegna di Cannes).

Il cinquantenne Michel, appena licenziato – insieme ad altri 19 colleghi – dall'industria portuale di Marsiglia dove era impiegato come operaio ma anche come sindacalista, dopo tanti anni di lavoro e di lotta sociale si trova un po' a disagio a vivere un dorato prepensionamento da piccolo borghese, attorniato dall'affetto della famiglia e dei nipoti. In occasione delle nozze d'argento, parenti e amici donano a lui e alla moglie Marie-Claire una grossa somma di denaro e due biglietti per una vacanza in Africa, ai piedi del Kilimangiaro: ma prima che i due coniugi possano partire, vengono rapinati in casa da una coppia di ladri mascherati. Avendo riconosciuto in uno dei due il giovane Christophe, un operaio che era stato licenziato insieme a lui, Martin lo fa arrestare: ma solo per farsi poi prendere dai sensi di colpa quando scopre che il ragazzo aveva agito per necessità e per mantenere i due fratelli piccoli. Lui e Marie-Claire rinunceranno così al viaggio e accoglieranno a vivere con sé i due bambini. Nonostante la troppa carne al fuoco (il dramma esistenziale, i conflitti familiari e generazionali, il confronto fra coscienza e giustizia sociale), una regia un po' anonima e una sceneggiatura non sempre equilibrata, grazie ai toni leggeri e alle buone interpretazioni il film riesce a mantenersi a galla fino alla fine e risulta una gradevole visione. Filo conduttore della vicenda è un vecchio albo a fumetti dell'Uomo Ragno ("Strange") che era appartenuto a Michel da ragazzo (il protagonista ha sempre sognato di essere un supereroe anche nella vita, impegnandosi nelle battaglie che riguardano i più deboli e indifesi) e che, rubato da Christophe insieme al denaro, permette all'uomo di identificare il colpevole. Il titolo, invece, non si riferisce al racconto di Hemingway (da cui fu tratto un film con Gregory Peck) ma a una bella canzone di Pascal Danel. Nei titoli di coda si rivela l'ispirazione al poema di Victor Hugo "La povera gente".

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