22 maggio 2023

La caduta degli dei (Luchino Visconti, 1969)

La caduta degli dei
di Luchino Visconti – Italia/Germania 1969
con Helmut Berger, Dirk Bogarde, Ingrid Thulin
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Rivisto in divx, per ricordare Helmut Berger.

Nel febbraio del 1933, la stessa notte dell'incendio del Reichstag che favorirà l'ascesa di Hitler, l'aristocratica famiglia von Essenbeck si riunisce attorno al suo decano, il barone Joachim (Albrecht Schönhals), per festeggiarne il compleanno. Presidente delle acciaierie di famiglia, che ha saputo tenere a galla durante i difficili anni della guerra e del dopoguerra, per ingraziarsi il nuovo potere il barone medita controvoglia di nominare alla vicepresidenza il nipote Konstantin (Reinhard Kolldehoff), simpatizzante di Hitler e membro delle SA, esautorando Herbert (Umberto Orsini), marito dell'altra nipote Elisabeth (Charlotte Rampling), che invece è apertamente ostile al nascente regime. La notte stessa, però, il barone viene assassinato nel suo letto, e il controllo dell'acciaieria passa all'ambizioso dirigente Friedrich (Dirk Bogarde), amante di Sophie (Ingrid Thulin), vedova dell'unico figlio del barone (morto in guerra) e madre del giovane Martin (Helmut Berger), un ragazzo dissoluto, in balia delle proprie perversioni (si veste da donna per fare il verso a Marlene Dietrich, ha tendenze pedofile e incestuose) e facilmente manipolabile tanto dalla madre quanto da Aschenbach (Helmut Griem), lontano cugino che fa parte delle SS. Ispirandosi alle tragedie di Shakespeare (il Macbeth su tutti, ma in parte anche l'Amleto), e con un titolo wagneriano, il primo film della cosiddetta "trilogia tedesca" di Visconti (seguiranno "Morte a Venezia" e "Ludwig") rilegge gli anni dell'avvento del nazismo in Germania attraverso intrighi e lotte di potere all'interno di una famiglia. I paralleli fra la dissoluzione della società, le storture della dittatura e della politica e le perversioni individuali sono evidenti, e la regia di Visconti (aiutato dalla bella fotografia colorata di Pasqualino De Santis e Armando Nannuzzi, degna a tratti di un film horror) li cattura in profondità, avvolgendo lo spettatore in una spirale di morte, follia e decadenza. La pellicola è intensa e molto carica, con alcune scene che si trascinano a lungo (su tutte quella della festa/orgia delle camice brune a Bad Wiessee, prima di essere trucidati dalle SS durante la "notte dei lunghi coltelli") e un'impostazione corale, anche se Berger (che aveva già recitato per Visconti due anni prima, in un episodio de "Le streghe") ne è in un certo senso il protagonista principale. Nel cast anche Renaud Verley (lo studente Günther, figlio di Konstantin), Florinda Bolkan, Nora Ricci. I costumi sono di Piero Tosi, il montaggio di Ruggero Mastroianni, le musiche di Maurice Jarre. La famiglia von Essenbeck è ispirata ai Krupp, proprietari dell'omonima e storica acciaieria di Essen che forgiò armi e cannoni per i nazisti durante la guerra.

2 commenti:

Marisa ha detto...

Indimenticabile, sia per la magistrale grandiosità e complessità dei personaggi sia per l'atmosfera che avvolge tutto il film rendendolo universale, come infatti giustamente hai rilevato accostandolo ai capolavori Shakesperiani.

Christian ha detto...

I film di Visconti sono sempre molto complessi sia psicologicamente sia dal punto di vista dell'ambientazione storica...