3 gennaio 2023

Glass Onion (Rian Johnson, 2022)

Glass Onion - Knives Out (Glass Onion: A Knives Out Mystery)
di Rian Johnson – USA 2022
con Daniel Craig, Edward Norton
***

Visto in TV (Netflix), con Sabrina.

L'eccentrico milionario e imprenditore tecnologico Miles Bron (Edward Norton: il personaggio è ovviamente modellato su Elon Musk) invita sulla sua isola privata in Grecia, dominata dall'avveniristica struttura chiamata "Glass Onion", un gruppo di amici e appartenenti alla sua "cerchia ristretta" – una candidata politica (Kathryn Hahn), uno scienziato (Leslie Odom Jr.), un'imprenditrice della moda (Kate Hudson) con la sua assistente (Jessica Henwick), un muscoloso influencer maschilista (Dave Bautista) con la sua compagna (Madelyn Cline), e persino l'ex socia che ha recentemente estromesso dalla sua azienda (Janelle Monáe) – per trascorrere un weekend all'insegna di giochi ed enigmi, con l'intenzione di mettere in scena la propria (finta) morte e lasciare che gli amici risolvano il mistero. Fra i presenti, a sorpresa, c'è anche l'investigatore Benoit Blanc (Daniel Craig), che qualcuno ha invitato all'insaputa di Bron. E sarà proprio lui a indagare quando un assassinio verrà commesso veramente... Il secondo film della serie "Knives out", dopo "Cena con delitto" (ma l'unico personaggio che ritorna è appunto il detective), prosegue nell'intento di rivisitare i meccanismi e le modalità del whodunit, il giallo per eccellenza alla Agatha Christie, di cui rispetta – almeno apparentemente – le classiche regole, ma colorandone i contenuti di satira e osservazioni su temi sociali. A questo giro si ironizza (via Musk) su una certa modalità di pensiero e di concezione del "successo", dal "pensare fuori dalla scatola" (thinking outside the box: esemplificato dalla scena in cui uno degli invitati, anziché risolvere i complessi enigmi contenuti nella scatola inviata da Bron, la demolisce a colpi di martello per estrarne poi il biglietto di invito) al ritenersi "al di sopra delle masse", tanto da che il gruppo formato da Bron e dai suoi amici si è denominato "i disgregatori", nel senso che si vantano di distruggere le regole di comportamento comune pur di superare gli altri e vincere ogni sfida. Blanc, invece, ne metterà crudelmente in luce i limiti, dimostrando che tutto ciò che sembrava estrosa genialità nasconde soltanto stupidità e superficialità. Strutturalmente la pellicola è divisa in tre parti: la prima è quella introduttiva, che presenta i personaggi, l'ambientazione e mette le carte in tavola; la seconda torna indietro, mostrandoci il dietro le quinte e rivelandoci che non tutto era come sembrava; la terza, quella risolutiva, conduce a un finale distruttivo e insolito per un giallo (ma lo stesso meccanismo del whodunit aveva già riservato alcune sorprese, a partire dalla vittima, che non era quella prevista). Un finale che rende il film più esagerato, grottesco e postmoderno del precedente: ciò nonostante la visione non è fastidiosa, anzi tutt'altro, perché Johnson sa misurarsi e usare questi elementi (di cui il cinema americano moderno, da Tarantino in poi, abusa allo sfinimento) in maniera sempre sensata, intelligente e coerente. E dunque poco importano l'assurdità e l'irrealtà di alcuni passaggi, situazioni o conseguenze (la Gioconda distrutta!?), visto che – come nel primo film – la trama gialla è solo un pretesto per una serie di riflessioni socio-politiche sulle distorsioni del mondo attuale (si parla anche di ambiente, crisi energetica e, visto che la pellicola è ambientata nel 2020, della pandemia di Covid: naturalmente Bron ha sviluppato, solo per sé e i suoi amici, un vaccino/cura efficace). Craig e Norton sono in forma, ma il resto del cast è meno brillante rispetto a quello del film precedente (con la Monáe che prende il posto, narrativamente parlando, che era di Ana de Armas). Del tutto inutile il personaggio di Noah Segan (lo slacker che bivacca sull'isola). Minuscole parti per Hugh Grant ed Ethan Hawke, cameo (nei panni di sé stessi) per "celebrità" come Stephen Sondheim, Angela Lansbury, Kareem Abdul-Jabbar, Yo-Yo Ma e Serena Williams.

2 commenti:

Ernesto ha detto...

Ciao, Christian.
Ottima recensione, come sempre. Riguardo all'inutilità del personaggio di Segan, ho pensato che in un giallo l'introduzione di un personaggio innocuo che appare e poi te lo dimentichi, e poi ti viene mostrato ancora, per un momento, e poi ancora… porta lo spettatore a pensare che alla fine si scoprirà che c'entra, o che è lui l'assassino, o che ha un ruolo "inaspettatamente" importante, che magari era lui la vera mente dietro le invenzioni di Miles… Mentre qui alla fine ti dice: no, mi dispiace, era veramente un personaggio inutile.

Christian ha detto...

Ciao Ernesto,
hai ragione, e capisco che l'intento nei confronti dello spettatore (che al proposito si farà una risata) potesse essere quello. Ma mi stupisce e mi lascia un po' perplesso che invece i personaggi del film, detective compreso, non lo prendano nemmeno in considerazione quando si interrogano sull'identità dell'assassino, come se si fossero dimenticati che sull'isola c'è anche lui... In quel caso la gag va a detrimento della coerenza interna. Comunque resta solo un dettaglio in un film per il resto bello.