21 maggio 2018

Brivido di sangue (Po-Chih Leong, 1998)

Brivido di sangue (The Wisdom of Crocodiles, aka Immortality)
di Po-Chih Leong – GB 1998
con Jude Law, Elina Löwensohn
**1/2

Visto in divx.

Giovane e fascinoso medico londinese di origine bulgara, Steven Grlscz (Jude Law) è segretamente un vampiro: una volta al mese ha bisogno di nutrirsi del sangue di una ragazza innamorata di lui (perché di fatto, più che di sangue, si ciba di amore e di emozioni: l'intera vicenda è un'ovvia metafora del rapporto sentimentale o della predazione sessuale). A questo scopo corteggia giovani donne in crisi o che hanno tentato il suicidio, conquistando il loro affetto prima di ucciderle. Ma quando sceglie come prossima vittima la bella Anne Labels (Elina Löwensohn), finisce per innamorarsi a sua volta davvero di lei. E nel frattempo, un ispettore di polizia (Timothy Spall) inizia a indagare sul suo conto... Il titolo italiano cerca di spacciare per un thriller come tanti altri quello che è invece un insolito pastiche horror-romantico, lontano dai cliché, dove le componenti del soprannaturale e del poliziesco passano del tutto in secondo piano rispetto a quelle sentimentali ed esistenziali. La regia elegante (Po-Chih Leong, nato in Gran Bretagna, è di origine cinese e ha lavorato sia in patria che a Hong Kong: e infatti nel film sono molti i riferimenti alle tradizioni e alle leggende del paese asiatico) e la sceneggiatura misurata (da un romanzo di Paul Hoffman) affrontano le tematiche con quiete e realismo, senza eccedere in scene violente o sopra le righe e anzi giocando con le attese dello spettatore (si pensi a come evolvono i rapporti di Steven con Anne o con l'ispettore Healey). Non c'è lotta fra buoni e cattivi ("La linea che divide il bene e il male passa per il cuore di ogni uomo", dice Steven), ma solo dilemmi interiori e relazioni interpersonali. Peccato per un finale deludente, che appare convenzionale e irrisolto. Nella memoria resta il ritratto di un vampiro sui generis, che non presenta nessuna delle caratteristiche tipiche del mostro (non ha denti aguzzi, si riflette negli specchi, non teme la luce solare o i crocifissi), che cataloga le emozioni delle proprie vittime (conservando disegni e appunti in una serie di taccuini), ma soprattutto che cerca l'amore perfetto, soffrendo senza tregua fino a quando non lo troverà.

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