Ritorno al futuro - Parte III (R. Zemeckis, 1990)
Ritorno al futuro - Parte III (Back to the Future Part III)
di Robert Zemeckis – USA 1990
con Michael J. Fox, Christopher Lloyd
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Rivisto in DVD.
La trilogia di "Ritorno al futuro" giunge a compimento con quello che, decisamente, è il meno bello dei tre film. Forse perché il tema dei viaggi nel tempo e dei paradossi gioca un ruolo assai più limitato, essendo in pratica tutta ambientata nel Vecchio West (tranne l'incipit nel 1955 e la conclusione nel 1985), alla pellicola mancano sia l'approccio paradossale e nostalgico del primo che il senso di sfrenato divertimento del secondo. Anche la trama è molto più lineare: partendo dalla conclusione del secondo capitolo (ricordo che i due film sono stati girati insieme, per essere distribuiti poi nelle sale a sei mesi di distanza l'uno dall'altro), questa volta Marty viaggia indietro nel tempo fino al 1885 per salvare la vita di Doc, rimasto intrappolato nel Vecchio West e destinato a essere ucciso in duello da Buford Tannen, l'antenato fuorilegge di Biff. Nella Hill Valley di fine ottocento, fra le altre cose, Marty incontra i propri antenati (Seamus McFly è interpretato dallo stesso Michael J. Fox), mentre Doc si innamora a prima vista di Clara Clayton (Mary Steenburgen), la maestrina del villaggio, che condivide con lui la passione per la scienza e per i libri di Giulio Verne. Il problema sorge al momento di tornare nel presente: per rimediare all'assenza di benzina, la DeLorean – i cui circuiti di volo sono andati distrutti – viene portata alla velocità di 88 miglia orarie facendola spingere da una locomotiva. La trama comprende tutti i cliché del western (il saloon, i duelli, gli indiani) e le consuete strizzatine d'occhio al pubblico moderno (Marty si fa chiamare Clint Eastwood, sa sparare perché si è allenato "a Disneyland", cita il monologo di "Taxi driver") e naturalmente ai fan della saga (diversi personaggi, luoghi, oggetti ed eventi prefigurano quelli già visti nelle pellicole precedenti: per esempio lo sceriffo Strickland è l'antenato del bidello della scuola di Hill Valley, e i nostri eroi assistono all'inaugurazione dell'orologio della torre).
Il vero protagonista del film, questa volta, è Doc Brown. D'altronde se nel primo film assistevamo all'impatto che il viaggio nel tempo aveva sul giovane McFly, ora i riflettori sono tutti puntati su Doc, mentre Marty assume quasi un ruolo da giovane sidekick. Il che non gli impedisce, in ogni caso, di evolvere, superando le sue paure e i suoi difetti, come la perdita di controllo ogni volta che qualcuno lo accusa di essere un codardo: grazie alla nuova maturità raggiunta, nel finale Marty modificherà il destino che gli era stato previsto nel secondo capitolo, rinunciando ad accettare la stupida provocazione che avrebbe compromesso il suo futuro. La trilogia si conclude all'insegna di un messaggio chiaro: "Il vostro futuro non è ancora stato scritto", dice Doc a Marty e Jennifer. "Il vostro futuro è come ve lo creerete, perciò createvelo buono". C'è da dire che la fantascienza e il western, nel cinema come in altri media, non hanno quasi mai funzionato bene insieme, se non in qualche sorta di commistione steampunk. E se fa piacere vedere come molti elementi delle pellicole precedenti facciano una ricomparsa per essere usati in maniera utile (il volopattino salva ancora una volta la situazione; e la scena in cui Marty indossa una protezione di metallo sotto il poncho durante il duello con Buford riecheggia quella di "Per un pugno di dollari" che Biff guardava in televisione nel secondo capitolo), altri risultano del tutto pretestuosi (gli antenati di Marty, per esempio). I membri del gruppo rock ZZ Top compaiono nel ruolo dell'orchestrina che suona alla festa del paese, mentre Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers, figura nei panni di Needles, il bullo che sfida Marty nel presente (era già apparso nel secondo film, come suo capufficio nel futuro, in un rapporto di forza simile a quello di Biff nei confronti di George McFly). In ogni caso, nonostante le debolezze, il film rappresenta una conclusione degna e coerente per una saga cinematografica rimasta nella memoria e nel cuore di tanti spettatori.
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