27 maggio 2015

Interceptor - Il guerriero della strada (G. Miller, 1981)

Interceptor - Il guerriero della strada
(Mad Max 2: The Road Warrior)
di George Miller – Australia 1981
con Mel Gibson, Bruce Spence
***1/2

Rivisto in divx.

Dopo una guerra nucleare che ha devastato il pianeta, il mondo è piombato nella barbarie, una sorta di nuovo medioevo in cui la legge e l'ordine non esistono più, imperano saccheggi e violenze, e la risorsa più importante è il carburante (persino più, pare, delle riserve alimentari: per quelle, basta sfamarsi con il cibo per cani, come mostra una delle scene più memorabili all'inizio del film). Max (Gibson), ex agente di polizia, vaga ora per le strade del deserto australiano (ribattezzate "Le terre perdute") a bordo della sua V8 Interceptor, senza più obiettivi se non la sopravvivenza giorno per giorno. L'incontro con un bizzarro pilota di elicotteri (Bruce Spence) lo porta a scoprire un insediamento fortificato i cui abitanti riescono ad estrarre petrolio e a raffinarlo, sperando di accumularne abbastanza per fuggire verso il mare (a duemila miglia di distanza) e un futuro migliore. Nonostante l'iniziale riluttanza, Max si unirà a loro per aiutarli a sconfiggere la banda di violenti predoni che assedia l'accampamento (guidati dal malvagio Lord Humungus). Dopo l'inatteso ed enorme successo del film a basso costo "Mad Max" (da noi intitolato "Interceptor": e l'assenza di un numero 2 nel titolo italiano del sequel porterà spesso a confondere le due pellicole), Miller ebbe a disposizione un budget decisamente più elevato per realizzarne il seguito, riuscendo così a portare sullo schermo in maniera compiuta quell'ambientazione post-apocalittica che aveva sempre avuto in mente e che entrerà a far parte dell'immaginario collettivo degli anni ottanta e oltre (si pensi, in particolare, alla serie di "Ken il guerriero", che a questo film è debitore per gli scenari, le atmosfere e numerosi personaggi). Rispetto al prototipo il registro è differente, più cupo ma anche più bizzarro, come mette subito in chiaro la voce epica di un narratore in stile Conan il Barbaro (e solo alla fine del film sapremo a chi appartiene quella voce da anziano), che riepiloga velocemente gli eventi del primo film e fornisce vaghe informazioni sullo scenario in cui si muovono i personaggi.

Nonostante la scarsità di dettagli, proprio l'ambientazione è il formidabile punto di forza della pellicola: raramente la fine della civiltà e l'avvento di una nuova barbarie, in cui la vita umana non ha più valore e le forme di aggregazione sociale seguono regole differenti, erano state rappresentate con tale efficacia. A essa contribuiscono i personaggi, in particolar modo i cattivi, predoni motorizzati che vanno oltre le semplici bande di motociclisti visti in precedenza: l'abbigliamento, le maschere, il linguaggio e l'atteggiamento ne fanno qualcosa a metà strada fra i punk, i wrestler, i gladiatori e i barbari medievali, con connotazioni fra l'altro omoerotiche (uno dei cattivi, Wez, è indubbiamente legato a uno dei suoi compagni; lo stesso Humungus sfoggia una tenuta, maschera a parte, quasi sadomaso), e la mancanza di informazioni su di loro e sul loro passato non fa che accentuarne la sensazione di pericolosità, peraltro confermate da diverse scene che li vedono mettere in pratica stupri e violenze. Ma in generale, con pochi tocchi (eccezionale soprattutto il lavoro sui costumi), Miller riesce a caratterizzare in maniera sorprendente tutti i personaggi, anche quelli minori, fra i "buoni" così come fra i "Vermi" (come si chiamano i predoni). Basti pensare allo stesso Spence (il pilota di elicotteri, con cuffia e occhiali da aviatore), alla ragazza guerriera, al bambino selvaggio con il boomerang, e ad altri ancora. Il lavoro di regia con la camera car, il ritmo e il senso dell'azione (già ammirati nel primo film) salgono di livello e culminano nella mezz'ora finale, la lunga e ininterrotta sequenza d'azione con l'inseguimento alla motrice, guidata da Max, che trasporta la cisterna piena del prezioso carburante. Gibson incarna alla perfezione l'eroe riluttante e taciturno, quasi inespressivo, dal passato misterioso (in particolare per chi non avesse visto la pellicola del 1979), pronto a salvare gli altri ma non sé stesso: una vera e propria figura iconica, da paragonare a tanti eroi del western. All'epicità dell'insieme contribuisce anche il commento musicale di Brian May.

2 commenti:

James Ford ha detto...

Stupendo, il mio favorito della saga originale.
Tirato e cattivo, sballato e tosto.
Supercult.

Christian ha detto...

La pensiamo allo stesso modo! ^^