Pallottole cinesi (Tom Dey, 2000)
Pallottole cinesi (Shanghai Noon)
di Tom Dey – USA 2000
con Jackie Chan, Owen Wilson
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Rivisto in TV.
Per salvare la principessa cinese Pei Pei (Lucy Liu), rapita dalla Città Proibita e portata negli Stati Uniti, la guardia imperiale Chon Wang (Jackie) giunge nel Far West dove si allea con il bandito Roy O'Bannon (Owen Wilson). Insolita commistione fra arti marziali e western che permette a Jackie di vivere tutta una serie di avventure negli scenari e nelle situazioni tipiche del genere: dall'assalto al treno all'incontro con gli indiani (dopo il quale, manco a dirlo, si ritrova sposato con una squaw), dal duello nella main street allo scontro finale nella missione, il tutto con una coloritura che guarda più al filone degli spaghetti western che non ai classici di Ford e Sturges. Questi però sono omaggiati da citazioni come i nomi dei personaggi (Chon Wang si pronuncia quasi come John Wayne, Roy si chiama in realtà Wyatt Earp: entrambi giudicati "nomi inaccettabili per un cowboy"). La progressione della storia è sostenuta dal crescere dell'amicizia fra i due protagonisti, che dopo le iniziali divergenze apprendono a rispettarsi l'un l'altro e a smussare i difetti del proprio carattere (in particolare Jackie dovrà superare il suo eccessivo senso del dovere e di riverenza verso l'imperatore, che gli impedisce di avere mano libera anche a migliaia di chilometri di distanza, mentre Wilson paserà naturalmente dalla parte della legge, aiutato in questo dal fatto che lo sceriffo che gli dà la caccia è in combutta con il villain): in questo senso, la pellicola funziona meglio dell'altro team-up di successo di Jackie in occidente, ovvero la serie di "Rush Hour". Come in quel caso, anche questo film avrà un sequel, "Due cavalieri a Londra", che vedrà Chon e Roy trasferirsi nell'Inghilterra vittoriana. Da segnalare accenni di impegno sociale, come quando la principessa decide di non tornare in patria per prendersi a cura delle sorti dei suoi compatrioti che lavorano come operai (ma di fatto come schiavi) nella costruzione della ferrovia. Fra le gag, quelle del cavallo che comunica con Jackie come se fossimo in un "Lucky Luke" (o "Trinità"). Ma scene d'azione o combattimenti di arti marziali memorabili non ce ne sono (nemmeno lo scontro finale): il Jackie degli anni ottanta è ormai lontano. Il titolo originale è ovviamente una parodia di "High Noon" (da noi "Mezzogiorno di fuoco"): in realtà Chon Wang non viene da Shanghai, come commenta lui stesso quando scopre di essere stato ribattezzato "Shanghai Kid". Nota finale: non si tratta del primo crossover fra western e cinema orientale. Basti ricordare "Sole rosso", con il samurai Toshiro Mifune in trasferta nel west, dalla trama peraltro molto simile a questo, al punto da sospettare che gli sceneggiatori abbiano voluto farne un omaggio o un remake.
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