Il mistero di Sleepy Hollow (Tim Burton, 1999)
Il mistero di Sleepy Hollow (Sleepy Hollow)
di Tim Burton – USA 1999
con Johnny Depp, Christina Ricci
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Rivisto in TV.
Nel 1799 l'agente di polizia Ichabod Crane (Johnny Depp) è inviato da New York in un villaggio nell'entroterra, Sleepy Hollow, dove tre persone sono state recentemente uccise in circostanze misteriose, decapitate da quello che gli abitanti del paese descrivono come lo spettro di un "cavaliere senza testa". Convinto che occorra indagare con razionalità e con metodi scientifici, Crane si ritroverà però ad avere a che fare non solo con le superstizioni e il puritanesimo del New England del diciottesimo secolo, ma anche e soprattutto con la stregoneria e con creature resuscitate dall'inferno. Ispirandosi al celebre racconto "The legend of Sleepy Hollow" di Washington Irving (già portato al cinema diverse volte: c'è anche una versione a cartoni animati della Disney, "Le avventure di Ichabod e Mr. Toad", del 1949), Tim Burton ne prende solo lo spunto di partenza (in origine Crane era un superstizioso maestro di scuola, non un razionale detective) e ci costruisce sopra una sorta di giallo ammantato di toni gotici e horror. Paradossalmente, nello spingere il pedale sugli elementi fantastici, il regista elimina ogni ambiguità presente nel racconto di Irving (che – pur trattandosi di una ghost story – lasciava il lettore nel dubbio sulla reale presenza di elementi soprannaturali o meno) e rende dunque la vicenda meno spaventosa e più innocua, con una struttura convenzionale e noiosetta (c'è persino lo "spiegone" finale, dove si chiarisce ogni cosa) e l'immancabile lieto fine. Ciò nonostante, anche se la trama non è certo memorabile (a distanza di tempo dalla prima visione ne avevo praticamente dimenticato la risoluzione e mi erano rimaste in mente solo le scenografie), la pellicola risulta comunque piacevole grazie alle atmosfere dark tipiche del regista (da sempre quello visivo è l'aspetto migliore delle sue opere), al ritmo spigliato, ai tocchi di humour nero e all'ottimo cast (oltre a Depp ci sono Christina Ricci, Miranda Richardson, Christopher Walken e tutta una serie di caratteristi di valore: Michael Gambon, Christopher Lee, Jeffrey Jones, Richard Griffiths, Ian McDiarmid, Michael Gough, più brevi apparizioni per gli habitué burtoniani Martin Landau e Lisa Marie). La sceneggiatura, attribuita ad Andrew Kevin Walker, sarebbe in realtà opera in gran parte di Tom Stoppard, non accreditato. La musica è del solito Danny Elfman, la fotografia di Emmanuel Lubezki. Da ricordare l'attrezzatura "scientifica" (occhiali, pinze e vari strumenti) che Crane utlizza nelle sue indagini.
2 commenti:
Non il suo migliore, però ha sempre esercitato su di me uno strano fascino. Certo, la trama non è nulla di che, ma sarà che alle volte io do più importanza alla messa in scena.
In effetti in Burton l'approccio estetico-visivo e l'atmosfera sono spesso gli elementi predominanti. Ma per me (che invece tendo a dare più importanza ai contenuti) non sempre sono sufficienti... Ecco anche perché non amo particolarmente questo regista.
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