Snowpiercer (Bong Joon-ho, 2013)
Snowpiercer (Seolgungnyeolcha)
di Bong Joon-ho – Corea del Sud 2013
con Chris Evans, Song Kang-ho
**1/2
Visto al cinema Uci Bicocca, con Sabrina.
In un mondo futuro, stretto nella gelida morsa di una nuova glaciazione (provocata da un esperimento scientifico, finito male, per fermare il riscaldamento globale), gli ultimi sopravvissuti dell'umanità viaggiano a bordo di un treno corazzato che percorre incessantemente un binario che avvolge tutto il pianeta. All'interno del convoglio c'è una rigida divisione in classi sociali: le elite ricche e benestanti risedono nelle carrozze di testa, in mezzo al lusso, mentre i poveri e gli sfruttati sono mantenuti in coda, sorvegliati e duramente repressi dall'esercito. Stufo dei sorprusi cui sono sottoposti, il ribelle Curtis (Chris Evans) guida una rivolta: e con l'aiuto del tecnico Namgoong Minsu (Song) e di sua figlia Yona (Go Ah-sung) conquista vagone dopo vagone, fino a giungere nella "sacra locomotiva" dove risiede il leggendario Wilford (Ed Harris), il creatore del treno. Da un fumetto francese, "Le Transperceneige" di Jean-Marc Rochette, e dal regista sudcoreano di "The host", un kolossal dal cast internazionale che fonde talmente tante anime da rendere difficile prenderlo sul serio. Fra implausibili scene d'azione, momenti drammatici, siparietti comici e grotteschi e i classici scenari post-apocalittici, l'intrattenimento non manca: e il divertimento e i colpi di scena "compensano" un messaggio a sfondo sociale di grana grossa. Affascinante il treno, una moderna Arca di Noè il cui contenuto scopriamo vagone dopo vagone, come se fossimo di fronte a tanti episodi di un fumetto (evidente l'origine del materiale) o di un videogioco. Passiamo così dalle carrozze cupe e fatiscenti di coda, a quelle sempre più lussuose e variopinte di testa, attraversando di volta in volta vagoni con serre e acquari, ristoranti (di sushi) e centri benessere, scuole e palestre, saune e discoteche. Nel cast anche l'eccezionale Tilda Swinton (nei panni del ministro Mason), John Hurt (Gilliam, il vecchio mentore dei ribelli) e Jamie Bell (Edgar, il giovane compagno di Curtis).
8 commenti:
Mi sarebbe piaciuto vederlo ma dalle mie parti l'hanno completamente snobbato. Peccato, spero di poterlo recuperare prima o poi!
Come ho scritto, è un film da non prendere troppo sul serio (ma forse un po' sì. ^^). Comunque una visione la merita!
Sei il primo a dargli un voto così basso... spero di riuscire a vederlo appena possibile.
Ma non è basso! È un 7, ben oltre la sufficienza! ^^
Visto la settimana scorsa. In sala è piaciuto moltissimo. L'ho apprezzato. Mi aspettavo un classico film sudcoreano di ultraviolenza e sono stato accontentato. Mi è rimasta impressa l'idea di festeggiare il "Capodanno" ogni volta che si passa sul ponte Ekaterina. Molto curioso. Per il resto, intrattenimento di buon livello. Un film onesto che vale il prezzo del biglietto. Le scene finali lasciano sperare in un secondo film con protagonista la mezzo-sangue eskimese. Bello il fotogramma conclusivo con l'orso polare.
Sono d'accordo. Buone alcune trovate (altre invece sono inverosimili) e il finale, anche se prevedibile. Nel complesso un buon intrattenimento (meglio di "The Host", per dire).
Bong Joon-ho fa pochi film, ma il livello medio è altissimo, e questo mi è piaciuto molto, come "The host", per motivi diversi.
Io invece non vado matto per Bong... "The Host" dei suoi film è quello che mi è piaciuto di meno, preferisco senza dubbio "Memories of murder".
Posta un commento