9 marzo 2014

Ricco e strano (Alfred Hitchcock, 1931)

Ricco e strano (Rich and strange, aka East of Shanghai)
di Alfred Hitchcock – GB 1931
con Henry Kendall, Joan Barry
**1/2

Visto in divx.

Stufo della vita anonima che conduce, l'umile impiegato londinese Fred Hill approfitta di un'inattesa eredità per intraprendere un viaggio per mare intorno al mondo in compagnia della fedele (e più saggia) moglie Emily. Tutto bene (e prime "ubriacature" di vita) nelle tappe iniziali: Parigi, Marsiglia, il Mediterraneo. Ma oltrepassato il Canale di Suez a bordo di una nave da crociera diretta in Estremo Oriente, l'ingenuo Fred cade nei lacci di un'affascinante principessa (che in realtà non è altro che un'avventuriera): attratto dall'esotico, è sul punto di lasciare la moglie, a sua volta corteggiata dal prestante comandante della nave. Più per caso che per volontà, alla fine i due non si separeranno; e durante il viaggio di ritorno, in seguito a un naufragio e a un salvataggio di fortuna da parte di una giunca di pirati cinesi, non soltanto ritroveranno l'armonia perduta ma impareranno (almeno lui) ad apprezzare le piccole cose della vita, accontentandosi di quel poco che hanno a casa. Un curioso film a sfondo morale, ironico e movimentato nonostante le caratterizzazioni semplicistiche e le dinamiche più da fotoromanzo che da melodramma. Il titolo è ispirato da un verso de "La tempesta" di Shakespeare ("C'è un sortilegio del mare / che lo va trasformando / in qualcosa di ricco e strano"): e tante sono proprio le "tempeste" (reali o metaforiche) che la coppia attraverserà nel corso delle sue peripezie. Sir Alfred lo amava particolarmente (il soggetto è stato adattato, insieme alla moglie Alma Reville, da un romanzo di Dale Collins), e si vede anche dalla regia: vivace, sbarazzina e "sperimentale", a partire dall'espressionistico incipit che mostra Fred uscire dal lavoro sotto la pioggia per tornare in metropolitana fino a casa, dove si lamenterà con la moglie affermando di volere "di più" dalla vita: soldi, emozioni, avventura. Curiosamente, alla fine dell'odissea, i punti di vista saranno invertiti: Fred non desidererà altro che non muoversi più dalla vecchia casa, mentre Emily avrà imparato a sognare in grande. Per il resto, la pellicola fa ancora ampiamente ricorso agli stilemi del cinema muto, con uno stile di recitazione esasperato, un make-up pesante, numerose (soprattutto nella prima parte) gag visive, pochi dialoghi e un'abbondante presenza di "cartelli": si ha quasi la sensazione di trovarsi di fronte a un film sonorizzato soltanto a lavorazione ormai già inoltrata. Carinissima la protagonista, la bionda Joan Barry, che per Hitch aveva già doppiato la voce della ceca Anny Ondra in "Ricatto", e che terminò la sua carriera nel 1934, a soli 31 anni. Elsie Randolph, che interpreta la passeggera zitella e impicciona, tornerà invece a recitare per sir Alfred in "Frenzy", ben 41 anni più tardi!

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