Solo Dio perdona (N. Winding Refn, 2013)
Solo Dio perdona (Only God Forgives)
di Nicolas Winding Refn – Danimarca/Thailandia 2013
con Ryan Gosling, Vithaya Pansringarm
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Visto al cinema Apollo.
L'americano Julian vive nel sottobosco criminale di Bangkok, dove gestisce una palestra di boxe thailandese che serve a lui e a suo fratello Bobby come copertura per lo spaccio di droga. Quando Bobby viene ucciso dopo aver violentato una giovane prostituta, la madre (una straordinaria Kristin Scott Thomas) impone a Julian di vendicarlo, innescando così una violenta catena di eventi. Refn rilegge i temi tipici del cinema orientale (la vendetta e la giustizia) con stile folgorante e lynchiano, aggiungendovi in più (da buon europeo) una robusta dose di Shakespeare e un pizzico di tragedia greca. Sanguinoso e cruento, ma dall'incedere ieratico e solenne, è un film dai ritmi dilatati, dalle atmosfere allucinate e inquietanti: un film che dietro le sparse e improvvise scene di violenza (usata in funzione drammatica, e mai per autocompiacimento tarantiniano) nasconde un'anima intimista e fatta di silenzi, che scava nei personaggi per parlare di rimorso e pentimento. Il laconico protagonista, perennemente inerme e in balia delle situazioni, si ritrova stretto in una morsa fra la sete di vendetta della madre (nei cui confronti soffre di un evidente complesso di Edipo) e il riconoscimento della forza morale del misterioso poliziotto Chang (Pansringarm), un'incarnazione quasi metafisica della giustizia, che somministra le sue punizioni con una spada tradizionale dalla lama ricurva e sembra concedersi come unica passione quella del karaoke. Da sottolineare tutto il comparto tecnico: la regia controllata e coerente di Refn, la geometrica composizione delle inquadrature, la surreale fotografia di Larry Smith (che gioca molto sui toni di rosso, come in un precedente film del regista danese, "Fear X"), la musica spettrale di Cliff Martinez. Il film è dedicato ad Alejandro Jodorowski, di cui Refn ha sempre ammesso l'influenza e al cui "Santa Sangre" è in parte debitore.
6 commenti:
Debitore di Santa Sangre? Ma questo cambia tutto!! Alcune recensioni non mi avevano convinta, ma appena riesco provo a recuperare il film.
Più nei temi che nello stile, ma è un debito che lo stesso Winding Refn ha ammesso a più riprese. A me il film è piaciuto molto, forse anche più di "Drive", ma sarà perché amo il cinema asiatico e ci ho ritrovato molte cose (a partire dai "silenzi"...).
Aspettavo che tu recensissi questo film..e non sono rimasta delusa.
Anche a me il film e' piaciuto tanto
Siamo d'accordo, allora! Eppure ho letto tante recensioni negative, e francamente non ne capisco il motivo. Forse ha deluso chi si aspettava un altro "Drive"...
Importantissima la scena in cui il complessato protagonista riscatta la proria aggressiva passività nei confronti dell'efferatezza della madre risparmiando la bambina con l'uccisione determinata (spara molti colpi più del necessario)del killer fedele al mandato di spietatezza.
Certo, il momento in cui Julian decide di risparmiare la bambina (ribellandosi di fatto alla volontà della madre) è pivotale, seguito poi dall'inevitabile sottoporsi al giudizio "biblico" del poliziotto (che, come nel suo sogno, si appresta a tagliargli le mani, anche se non ci viene mostrato se lo fa effettivamente o se, a sua volta, lo perdonerà). Ma già prima, nel risparmiare la vita all'uomo che aveva ucciso il fratello (perché ne riconosceva le "ragioni") aveva dimostrato di non essere vendicativo. Il suo è in un certo senso un atto di redenzione, simile a quello del protagonista de "Il cattivo tenente" di Ferrara. È proprio alla luce di queste sue azioni che va letto il titolo del film.
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