Cannes e dintorni 2013 - conclusioni
Anche se il numero di film presentato nella rassegna era assai ridotto rispetto agli anni passati, il loro valore medio si è rivelato molto elevato. Il che conferma come questa edizione del Festival di Cannes sia stata una delle migliori da molto tempo a questa parte. Lo dimostra anche il fatto che in concorso c'erano almeno tre o quattro titoli di valore pari (se non superiore) a quello – pur bello – che ha vinto la Palma d'Oro: mi riferisco alle pellicole di Sorrentino ("La grande bellezza"), Jia Zhangke ("A touch of sin"), Koreeda ("Father and son") e Farhadi ("Il passato"). Personalmente li ho preferiti a "La vie d'Adèle" semplicemente perché si tratta di film che, una volta terminati, lasciano qualcosa da pensare allo spettatore, mentre quello di Kechiche spiattella tutto e subito. Interessanti anche alcune pellicole delle sezioni collaterali, come il surreale "The congress" di Folman e la commedia "Les garçons et Guillaume, à table!" di Gallienne. Nessuna vera delusione, tranne forse per "The immigrant" di Gray (un regista, peraltro, che a parte "Two lovers" non mi ha mai davvero entusiasmato). Temi conduttori di quasi tutti i film visti: la famiglia e i bambini.
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