La cosa (John Carpenter, 1982)
La cosa (The Thing)
di John Carpenter – USA 1982
con Kurt Russell, Wilford Brimley
***
Rivisto in TV.
In una stazione di ricerca fra i ghiacci dell'Antartide, alcuni scienziati americani si ritrovano ad affrontare un mostro extraterrestre, precipitato con la sua astronave sulla Terra centomila anni prima e rimasto fino a ora congelato. Le cellule dell'alieno hanno la capacità di assimilare e imitare quelle di altri organismi viventi, e così il mostro può trasformarsi perfettamente, fino nei minimi dettagli, in cani o addirittura esseri umani, prendendone il posto. In un clima di tensione e di paranoia (chiunque di loro potrebbe essere "la cosa", e dunque non ci si può più fidare di nessuno), gli scienziati cercheranno di impedire al parassita – che può essere distrutto solo con il fuoco – di abbandonare la base e di raggiungere un centro abitato, da dove potrebbe "contagiare" il resto del mondo. John Carpenter (al primo film girato per una major, la Universal) e lo sceneggiatore Bill Lancaster (figlio di Burt) rifanno il classico di Howard Hawks del 1951 "La cosa da un altro mondo" (tratto dal racconto "Who goes there?" di John W. Campbell Jr.: alla resa dei conti si tratta di un adattamento assai più fedele del prototipo) dopo aver assimilato la lezione degli Zombi di Romero (non sempre i buoni possono sopravvivere) e dell'Alien di Ridley Scott (di cui di fatto è quasi una copia, con la base nell'Antartide al posto dell'astronave nello spazio), e realizzano un caposaldo del cinema di fantascienza/horror dei primi anni ottanta, anche se permane tutta l'inquietudine tipica dei b-movie di SF degli anni cinquanta (spesso metafora della Guerra Fredda: i vari "baccelloni" omologatori, così come l'alieno imitatore di questo film, non rappresentavano altro che il pericolo comunista!). Per una volta privo della consueta ironia e degli sberleffi tipici di altri lavori del regista, è un film solido, rigoroso e coerente con la propria ambientazione, senza personaggi fuori dalle righe (come avrebbero potuto essere ragazzini o donne: l'unica presenza femminile è la voce del computer che batte Kurt a scacchi, in originale la voce di Adrienne Barbeau, allora moglie del regista) o inutilmente caratterizzati per svettare sugli altri: tanto che l'unico che resta impresso è quello interpretato da Kurt Russell, indiscusso protagonista: gli altri attori potrebbero anche non essere nemmeno citati, sono solo carne da macello buona per il "totomorti". Curiosamente, il film di Hawks (e Nyby) si svolgeva nell'Artico, mentre questo (come il racconto di Campbell) è ambientato agli antipodi. Ottimi, per l'epoca, gli effetti speciali e le sequenze che mostrano la creatura aliena durante le sue trasformazioni (opera degli esperti Rob Bottin e Stan Winston), un ammasso di carne fusa e mutante. Colonna sonora, anch'essa fredda e inquietante, di Ennio Morricone: è uno dei rari casi in cui Carpenter non ha scritto la musica di un suo film. Nel 2011 è uscito un prequel, sempre intitolato "La cosa" (di Matthijs van Heijningen Jr.), che racconta gli eventi accaduti alla base dei norvegesi che per primi avevano scoperto e "scongelato" il mostro.
5 commenti:
capolavoro di carpenter, il suo film che preferisco. nonostante il tempo passato e il progredire degli effetti speciali, la scena della rianimazione con il defibrillatore mi sembra funzionare come la prima volta
Personalmente gli preferisco "Fuga da New York" ed "Essi vivono", ma è sicuralmente uno dei suoi film più belli e rappresentativi. E sono d'accordo: è ancora superiore a gran parte degli horror fantascientifici che si producono oggi.
Fino ad ora non ci ho trovato niente di chè, ma sto per registrare il prequel non ufficiale, e magari andrò sull'originale e sul remake, parole mai più improvvide in questi anni.
Io l'ho apprezzato quasi di più oggi che non quando è uscito! Certo, anche quello di Hawks è da vedere...
Ehhhh, ma allora sei stato gggiovane!!! Io ero al cinema per Grosso guaio a Chinatown, e tu c'eri già stato per La cosa. Quello di Hawks ce l'ho in archivio, casomai me lo dimenticassi.
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