Oblivion (Joseph Kosinski, 2013)
Oblivion (id.)
di Joseph Kosinski – USA 2013
con Tom Cruise, Olga Kurylenko
**1/2
Visto al cinema Uci Bicocca.
Nel 2077, dopo una guerra nucleare contro una razza aliena (gli Scavengers) che ha invaso la Terra e distrutto la Luna (provocando così terremoti e tsunami), il pianeta è ridotto a un deserto semi-radioattivo e virtualmente disabitato. Gli esseri umani sopravvissuti si sono trasferiti su Titano, la luna di Saturno, mentre sulla Terra sono rimasti soltanto pochi "tecnici" con il compito di riparare i droni che pattugliano i cieli e proteggono dagli Scavengers le "trivelle" che estraggono energia dall'acqua marina per inviarla alla colonia. Uno di questi tecnici, Jack Harper (Tom Cruise), scoprirà però che le cose non stanno come ha sempre creduto... Dal regista di "Tron: Legacy" (anche sceneggiatore: la storia è tratta da una sua graphic novel mai pubblicata), un solido film di fantascienza dal mood quasi anni '70 che, pur costruito su una trama non particolarmente originale (sono numerosi gli spunti che provengono da pellicole del passato: solo per citarne alcune, "Matrix" e "Moon"; ma anche "Il pianeta delle scimmie", "L'ultimo uomo sulla Terra", "Independence day"...), alla resa dei conti si rivela più interessante ed equilibrato del blockbuster hollywoodiano medio. Nonostante una buona dose di colpi di scena, infatti, la pellicola non "sbraca" e mantiene la propria coerenza fino alla fine. E riesce persino a sviluppare bene (forse meglio che nella maggior parte dei film tratti davvero da opere di Philip K. Dick) il tema dickiano dell'identità e della memoria. Merito anche dei (pochi) attori: Cruise, indubbiamente il centro del film (non si ricordano scene o sequenze che non lo vedano sullo schermo), recita per una volta in modo del tutto adeguato, così come la comprimaria Olga Kurylenko (che stavolta mi è piaciuta di più rispetto al film di 007 che aveva interpretato, "Quantum of solace"). Nel cast anche l'immancabile Morgan Freeman (il capo degli Scavengers) e l'interessante Andrea Riseborough (la "collega" di Jack). Da ricordare anche la colonna sonora degli M83, così come le architetture e le tecnologie (la torre con piscina sospesa dove vivono Jack e Victoria, i droni volanti, l'elicottero "a bolla", il Tet) e le scenografie naturali (il film è girato in gran parte in Islanda) con innesti in CGI della New York post-apocalittica, distrutta e "ricoperta" dalla Natura (con le strade trasformate in un Grand Canyon!).
2 commenti:
E' la versione fracassona di Solaris. Sono sicuro che la Kurylenko sia stata scelta come omaggio al cinema russo di fantascienza. Cmq se elimini tutte le parti di inseguimento con i droni nei canyons non rimane granché... l'ho trovato superficiale. L'unica nota positiva è che mi ha fatto ripensare a Tarkovskij ed al remake con Clooney di qualche anno fa (ci vuole un bel coraggio a fare un remake di un film di Tarkovskij).
Per prepararsi al film, in effetti, la Kurylenko ha dichiarato di essersi rivista proprio "Solaris". A dire il vero io non ho notato molte cose in comune con la pellicola di Tarkovsky (non ho visto il remake di Soderbergh, ma concordo con te: che coraggio!), mentre non mancano le idee prese da altri film (quelli che ho citato). Nel complesso non mi è dispiaciuto, perché per certi versi sembra quasi un film anni '70 o '80.
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