Hunger (Steve McQueen, 2008)
Hunger (id.)
di Steve McQueen – GB/Irlanda 2008
con Michael Fassbender, Liam Cunningham
***
Visto in divx, con Marisa, in originale con sottotitoli.
L'opera che segna l'esordio cinematografico del videoartista britannico Steve McQueen (e ogni scena suggerisce che ci troviamo di fronte a un grande talento, impressione che il successivo lungometraggio, “Shame”, non farà che confermare) racconta in maniera cruda, lucida e realista la storia vera di Bobby Sands e degli “scioperi della fame” che gli attivisti dell'IRA, rinchiusi nelle carceri britanniche dell'Irlanda del Nord, attuarono all'inizio degli anni ottanta per vedersi riconosciuto lo status di prigionieri politici (il governo di Margaret Thatcher, invece, insisteva nel considerarli come comuni criminali). Dopo essersi resi conto dell'inutilità di altre forme di protesta, come quelle dello “sporco” (che consisteva nel rifiutare di lavarsi o di radersi) e della "coperta" (la rinuncia all'uniforme del carcere), e messi di fronte all'inasprimento delle repressioni e al brutale maltrattamento da parte dei secondini, un gruppo di prigionieri – guidati dal carismatico Bobby Sands – decise di passare infatti a un metodo più radicale. Lo sciopero della fame che portò alla morte di Bobby e di una decina di altri suoi compagni scosse a tal punto l'opinione pubblica e il mondo intero da costringere il governo ad accogliere almeno in parte le richieste dei prigionieri (per esempio quella di poter indossare i propri abiti civili). Prima di giungere a concentrarsi sulla figura di Sands nella parte finale della pellicola, il film mostra anche le vite di altri prigionieri e secondini (come quello, interpretato da Stuart Graham, sulle cui nocche delle mani si leggono i pestaggi che effettua ai danni dei carcerati) in una serie di sequenze crude e lancinanti. Visivamente splendido, il lungometraggio racconta la sua storia attraverso la potenza delle immagini, l'intensità degli sguardi e i silenzi dei personaggi (è parlato pochissimo, con la notevole eccezione della straordinaria e lunga sequenza – quasi 17 minuti! – del colloquio in prigione fra Bobby e il prete, girata con camera fissa, in cui il primo mette al corrente il secondo della sua decisione di spingersi fino in fondo con lo sciopero della fame). Lo stupefacente Fassbender ha dovuto dimagrire di parecchi chili (sotto controllo medico) per sostenere la parte di Bobby Sands fino in fondo.
5 commenti:
Opera prima veramente notevole, Fassbender grandissimo.
La vicenda di Bobby Sands merita di essere riproposta perchè non si trattava di un fanatico e il colloquio con il sacerdote ne rende tutta la grandezza umana, eroica e sofferta.
Ci sono delle sue lettere memorabili a difesa della dignità umana, che andrebbero rilette, a consolazione di chi si ostina a credere che, per quanto l'umanità cada in basso, ci sono pur sempre degli individui dalla irriducibile capacità di mantenere acceso il lumicino della fedeltà alla propria coscienza.
Quello di McQueen è davvero un esordio potente, seguito poi da un'opera seconda non da meno. Sarei curioso di sapere a cosa è dovuta la scelta di questi temi così "forti" da parte di un filmmaker che, essendo nato come videoartista, in teoria dovrebbe preoccuparsi più dello stile (in effetti notevole) che dei contenuti. Meno male che, anche nell'era del 3D e degli "Avatar", spuntano fuori nuovi registi che ancora si dedicano ai temi, alle storie e ai personaggi.
E' la trilogia della "Fame": il 1° film era sulla fame fisica, il 2° sulla fame sessuale, il 3° credo che sarà sulla fame spirituale. Sempre di desiderio di riempirsi si tratta. Agli artisti visivi piacciono i trittici, sono sicuro che ne sta costruendo uno. Ho visto questa sua opera prima e l'ho trovata interessante anche se con qualche caduta di stile dovuta a una costruzione un po' banale e che sapeva di già visto in alcune parti. Interessante la dimensione spaziale che deve molto al passato da artista visivo, però non mi ha convinto del tutto. Soggetto che sento poco vicino, sviluppato in modo non troppo originale, imprecisioni e incertezze (pessima soprattutto la morte del secondino con le nocche rovinate, veramente banale il personaggio della madre svanita). Aspetto con ansia il 3° film, potrei partecipare ad una colletta per finanziarlo. Ho rivisto "Shame" e mi ha impressionato il miglioramento e la presa di originalità della regia. Molto elementi si ripetono come in "Hunger": l'idea della stanza chiusa dove vive il protagonista, la nudità perenne di Fassbender, il continuo appetito sessuale-alimentare e la disperazione del protagonista impossibilitato ad "evadere". Anche se in questo primo film il protagonista è reso in maniera più granitica, ha meno sfumature.
Anche a me "Shame" è piaciuto di più, però anche questo "Hunger" è davvero notevole: Steve McQueen è forse il regista più interessante e promettente fra quelli scoperti negli ultimi anni. E anch'io attendo con ansia il suo terzo lavoro, quello sulla schiavitù degli afro-americani, che se non ricordo male vedrà anche Brad Pitt al fianco del solito Fassbender.
No, Brad Pitt no.
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