Il corvo (Henri-Georges Clouzot, 1943)
Il corvo (Le corbeau)
di Henri-Georges Clouzot – Francia 1943
con Pierre Fresnay, Ginette Leclerc
***1/2
Visto in divx.
La relativa quiete di un paesino di provincia viene scossa da una lunga serie di infamanti lettere anonime, recapitate un po' a tutti gli abitanti ma soprattutto ai notabili e ai cittadini più in vista. Oltre a svelare segreti, suscitare scandali e portare alla luce scheletri nell'armadio, le missive – misteriosamente firmate "Il corvo" – se la prendono soprattutto con il cupo e riservato dottor Germain, un medico che lavora come ginecologo nell'ospedale della cittadina e che viene accusato – fra le altre cose – di praticare aborti clandestini. I sospetti di essere l'autrice delle lettere cadono inizialmente su un'infermiera zitella, cognata dell'anziano caporeparto di psichiatria, che ha in antipatia Germain perché ritiene che abbia una relazione con la giovane sorella. Ma tutti, chi più chi meno, potrebbero essere i responsabili... Un piccolo capolavoro di mistero e di tensione, cinico, paranoico e spietato, costruito come un sofisticato giallo dove il colpevole non viene rivelato che nell'ultima scena, ma capace anche di scrutare nei recessi più ambigui e oscuri della natura umana. Dopo la Liberazione venne proibito in patria, non soltanto per i temi controversi (si parla, più o meno scopertamente, di aborto, adulterio, suicidio, pedofilia, ateismo) ma soprattutto perché – prodotto durante l'occupazione nazista – fu accusato di fornire un'immagine meschina dei francesi, mettendo sotto i riflettori maldicenze e ipocrisie e affrontando il delicato argomento delle delazioni anonime. Memorabile la scena in cui lo psichiatra, facendo dondolare una lampada, illustra la sua teoria sulla relatività del bene e del male; impressionante il tentato suicidio di una bambina; curatissima la descrizione dei personaggi minori, come la ninfomane zoppa Denise o la piccola Rolande. Ma è soprattutto il personaggio anticonformista di Germain, ateo e libero pensatore, a intrigare ancora oggi. Il soggetto è ispirato a un fatto di cronaca veramente accaduto negli anni Venti, nel paesino di Tulle. Otto Preminger, nel 1951, ne realizzò un remake, "La penna rossa", che è passato alla storia come il primo film hollywoodiano girato tutto in esterni (in Canada).
3 commenti:
Non sapevo del remake premingeriano, molto interessante. Sei riuscito a recuperarlo?
In ogni modo - eresia! - a me LE COURBEAU non ha mai entusiasmato. Tra i Clouzot che ho visto il mio preferito è LEGITTIMA DIFESA (ma devo ancora vedere LE SALAIRE DE LA PEUR).
Ero io...
Ale
PS- Ne approfitto per salutarti e ribadire tutto il mio interesse per quello che scrivi.
Ti ringrazio...! ^^
Il film di Preminger devo ancora cercarlo, comunque non se ne parla benissimo.
Anch'io devo ancora vedere "Vite vendute", e anche "Legittima difesa". Finora, tra i Clouzot, il mio preferito è senza dubbio "I diabolici".
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