21 febbraio 2009

Il filo bianco della cascata (K. Mizoguchi, 1933)

Il filo bianco della cascata (Taki no Shiraito)
di Kenji Mizoguchi – Giappone 1933
con Takako Irie, Tokihiko Okada
***

Rivisto in divx, con sottotitoli.

In questo vecchio film muto c'è già in embrione tutto il Mizoguchi che verrà, tanto a livello di contenuti quanto dal punto di vista formale: una vicenda tragica e melodrammatica; un personaggio femminile forte e indipendente che diviene vittima del mondo esterno e si sacrifica per amore; una grande cura nelle scenografie e nei costumi; una forte attenzione ai sentimenti, alle passioni e alle dinamiche psicologiche dei personaggi; un uso consapevole del montaggio e delle inquadrature. Si tratta del secondo di una trilogia di film tratti da opere dello scrittore Kyoka Izumi (il primo era "Nihonbashi", andato perduto; il terzo sarà "O-Sen delle cicogne di carta"). La protagonista Taki no Shiraito, interpretata dalla bellissima Takako Irie (elegantissima e seducente in kimono), è un'intrattenitrice ambulante che gira di città in città affascinando il pubblico con i suoi giochi d'acqua. Si innamora di un giovane e povero portantino, Kinya, e dopo aver trascorso con lui una notte d'amore (magnifica la scena del loro incontro su un ponte al chiaro di luna) decide di aiutarlo a esaudire il suo più grande desiderio, quello di recarsi a Tokyo per frequentare l'università. Da allora lo mantiene negli studi, inviandogli tutto il denaro che guadagna con le sue esibizioni; ma quando viene derubata da un collega, si vendica pugnalando il mandante del furto. Arrestata, verrà processata proprio da Kinya, che nel frattempo è diventato un famoso avvocato. La scena dell'aggressione è ambientata nel celebre Kenroku-en, a Kanazawa, uno splendido parco che ho avuto il piacere di visitare l'estate scorsa. La copia del film che ho trovato presentava due diverse tracce audio, una vecchio stile e una più recente, nelle quali dialoghi e didascalie erano recitati dai benshi (i narratori del cinema muto giapponese, vere e proprie star dell'epoca): ma non essendo abituato a questo tipo di commento sonoro, ho preferito escludere l'audio e godermi in film nella versione completamente muta.

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