Sangue e arena (Fred Niblo, 1922)
Sangue e arena (Blood and sand)
di Fred Niblo – USA 1922
con Rodolfo Valentino, Nita Naldi
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Visto in DVD.
Il giovane Juan Gallardo, povero e bello, sogna di diventare un abile torero e di sposare la pura e virginale Carmen (Lila Lee), sua compagna sin dall'infanzia (molto bello il breve stacco che li mostra bambini, di spalle, mentre guardano il manifesto di una corrida). Ma quando finalmente il successo e la popolarità gli arridono, cade vittima del fascino della ricca e manipolatrice Doña Sol, demoniaca tentatrice e mangiatrice di uomini che lo conduce alla perdizione. "Nella vita di ogni uomo c'è un amore buono e uno malvagio", si giustifica Juan: ma il suo destino è ormai segnato.
Uno dei film che hanno contribuito alla nascita del mito e del culto di Rodolfo Valentino, forse il primo sex symbol maschile della storia del cinema, la cui scomparsa nel 1926, a soli trentun anni e prima dell'avvento del cinema sonoro, sconvolse le folle oceaniche – soprattutto femminili – dei suoi ammiratori. Nonostante il film sia interamente costruito attorno all'attore italiano, ed è in effetti dominato dalla sua figura forte e fragile allo stesso tempo, al suo fianco si muovono numerosi personaggi che gli si contrappongono o lo accompagnano nella ricerca della gloria o del riscatto: su tutti, il brigante Plumitas, anima gemella con il quale ha in comune molte cose, compreso il destino finale: "entrambi si guadagnano da vivere uccidendo, ma il primo riceve applausi e il secondo patisce la fame". Interessante anche il filosofo umanista che scandisce il procedere della storia con le sue massime ("La donna è stata creata per la felicità dell'uomo, ma invece ha distrutto la tranquillità del mondo"). Era la prima volta che vedevo un film di Valentino: il suo personaggio, che esibisce coraggio e forza di fronte ai tori e condivide amicizia e cameratismo con gli altri uomini, appare singolarmente debole davanti alle donne, dalle quali si fa dominare completamente. La sceneggiatura, tratta da un romanzo di Vicente Blasco Ibáñez che verrà portato sullo schermo anche da Rouben Mamoulian nel 1941 con Tyrone Power e Rita Hayworth, condanna la corrida e definisce il pubblico che si appassiona per simili spettacoli come "una bestia con diecimila teste".
2 commenti:
Lo ricordo come un film bellissimo ma che non vedo da tanto e che è sbiadito nella mia mente.
In realtà è quasi uno "star vehicle" ante litteram, e come tale forse più interessante che bello (inoltre Niblo non è che sia questo gran regista). Però il fascino del cinema muto, il carisma della figura di Valentino e le suggestioni dell'ambientazione lo rendono estremamente godibile.
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