2 aprile 2008

Rififi (Jules Dassin, 1955)

Rififi (Du rififi chez les hommes)
di Jules Dassin – Francia 1955
con Jean Servais, Carl Möhner
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Rivisto in DVD.

Due giorni fa è morto Jules Dassin, e come sempre non c'è modo migliore di ricordare un regista scomparso che quello di rivedersi uno dei suoi film. Americano di nascita e autore di pellicole come "Forza bruta" e "La città nuda", Dassin fu costretto a trasferirsi in Europa dopo essere finito sulla lista nera del maccartismo: questo "Rififi" (il termine, che fa parte del gergo della malavita, si riferisce a una lotta senza esclusione di colpi) è il suo primo film francese, un noir che vinse il premio per la miglior regia al festival di Cannes e avrebbe influenzato numerosi film "di rapine" successivi (compreso, probabilmente, "I senza nome" di Melville): la tesissima scena centrale, ovvero l'indimenticabile sequenza della rapina alla gioielleria, è completamente muta e dura quasi trenta minuti (anche di più se la facciamo partire dal momento in cui tre dei quattro protagonisti salutano silenziosamente le rispettive compagne e terminare nell'istante in cui contemplano il bottino). Anche se il film non è perfetto (i personaggi sono un po' stereotipati, ma dopo tutto fa parte del gioco: siamo di fronte a un noir archetipico), quel che risalta sono i dialoghi di Auguste Le Breton (che contribuì all'adattamento dal suo romanzo, uno dei capostipiti del filone) e naturalmente la regia, oscura, efficace e ricca di piani sequenza ma anche di primi piani sui volti degli attori, quasi tutti poco noti. Il protagonista della storia è il vecchio gangster Tony, detto "il laureato", un duro veterano che segue sempre le regole. Malato dopo cinque anni di carcere (che ha scontato pur di non tradire gli amici) e incattivito perché nel frattempo la sua donna Madò lo ha lasciato, Tony progetta un formidabile colpo a una gioielleria in compagnia di tre complici: il suo giovane protetto Joe, il loquace italiano Mario (Robert Manuel) e l'elegante e donnaiolo Cesare "il marsigliese", specialista in casseforti (Dassin stesso, che recita con lo pseudonimo di Perlo Vita: ma nella versione originale è "il milanese"!). Dopo il colpo, un'imprudenza di Cesare (che regala un anello alla ballerina di un night club, interpretata da Magali Noël) li tradirà: e una banda rivale cercherà di impossessarsi del bottino sequestrando il figlioletto di Joe e scatenando l'ira di Tony. Molto bella, nel finale, anche la sequenza del bandito che guida ferito attraverso tutta la città per riconsegnare il bambino alla madre. La scena della morte di Cesare non era prevista nella sceneggiatura originale: Dassin la aggiunse per alludere alla tragica situazione della lista nera di Hollywood e al prezzo da pagare per il "tradimento di amici e colleghi".

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